Circa il dieci per cento del bilancio dell’Associazione irrigua Ovest Sesia è bloccato dalle insolvenze. Circa un milione di euro. Non si paga l’acqua: notizia in sé è grossa e grave, se non fosse che, a detta degli stessi amministratori, non rappresenta una novità. Purtroppo, avviene ogni anno che i risicoltori serviti dal consorzio si dimentichino di saldare, costringendo l’ente a defatiganti rincorse, richieste e ingiunzioni, affinché tutti paghino il dovuto. Questo dato è la conferma che la crisi che attanaglia la risicoltura è reale. Lo conferma questa notizia e anche il suo contrario: come l’Ovest Sesia soffre, così l’Est Sesia non presenta lo stesso gravame di insolventi. La ragione è che l’acqua dell’Ovest viene pagata in agosto, quando le aziende sono a corto di liquidità, mentre quella dell’Est viene pagata in novembre, quand’è già iniziata la vendita del nuovo raccolto. In altre parole, se il bilancio degli enti consortili non ride, quello degli agricoltori piange a dirotto, di anno in anno. Al punto che il mancato pagamento, ancorché non giustificato, viene considerato quasi un dato strutturale e gli stessi enti consortili premono affinché la filiera si dia una migliore organizzazione delle semine, cioè in linea con la domanda e con i costi aziendali, al duplice scopo di limitare le insolvenze e gestire al meglio la risorsa idrica. Basterebbe seguire le orme dei risicoltori di altri Paesi. «Al momento, in Italia, questa organizzazione dell’offerta – ci spiega un operatore – è tentata dall’Ente Risi, con tutti i limiti di un ente pubblico economico che non può ingerirsi nelle dinamiche di mercato e deve pertanto limitarsi a fornire un supporto tecnico-informativo, ma non da chi dovrebbe farlo, cioè i sindacati, le cui divisioni, ovviamente, favoriscono la controparte industriale». Una situazione che neanche la clausola di salvaguardia potrà sbloccare. Tra i sindacati cresce l’attesa: c’è chi la invoca e chi la considera già cosa fatta. La si attende a ore.
PAGANINI PREMIATO DAL MERCATO
Paganini resiste al brusone più del Vialone Nano, assicura un 20% in più di produzione e anche rese più elevate e stabili