La grangia di Montarucco rappresenta un esempio di azienda a base risicola peculiare ed Andrea Vecco, che porta avanti l’eredità una famiglia di risicoltori ma non solo ( il padre era docente al Politecnico di Milano e la madre, laureata in farmacia e biologia, insegnava in un liceo), porta con sé tutto il suo bagaglio culturale e tecnico ad un comparto aziendale ricco di proposte innovative. Abbiamo parlato in un precedente articolo dell’attenzione alle possibilità della ricerca di Vecco e della passione per il volo da cui scaturisce l’utilizzo di droni, ma vi sono altri argomenti di cui l’imprenditore si è interessato e per i quali ha investito.
L’interesse per l’ecosistema l’ha portato ad esempio a conoscere le motivazione dei cambiamenti climatici: «l’effetto serra, accelerato dalle emissioni eccesive di CO₂ causate dall’uomo negli ultimi decenni – ci dice -, ha modificato il flusso delle perturbazioni e delle correnti, sia calde che fredde. Questi fenomeni, causati da una variazione di salinità delle acque in seguito allo scioglimento della calotta polare e dei ghiacciai, causando una modifica del flusso delle correnti oceaniche, si sono dimostrati sempre più aggressivi. L’evento mi è stato dimostrato anche dalla mia attività di valutatore danni per i risarcimenti assicurativi, prima legato solo alla grandine ora ad eventi catastrofici di vario tipo; inoltre ho potuto toccare con mano, grazie alla mia passione per la montagna, l’erosione dei nostri ghiacciai, giungendo ormai alla matrice di queste riserve idriche importantissime».
Una consapevolezza che si traduce nella recentissima installazione di una stazione metereologica sofisticatissima nell’areale della cascina. Questo strumento ha il compito di rilevare non solo le caratteristiche atmosferiche e climatiche, ma anche quelle pedologiche e idriche circostanti, in modo incredibilmente completo, fornendo dati digitali facilmente fruibili su un sito internet di prossima apertura, importantissimi per operatori e ricercatori.
Le direzione presa dall’azienda Munti Ursinis (antico nome latino della grangia) è per certi versi filantropica: in questa circostanza, tuttavia, questo non sembra essere un limite ma una virtù. La superficie aziendale permette spazi di manovra e di sperimentazione al risicoltore che ha scelto di impegnare le sue importanti risorse economiche, ma soprattutto culturali, per il bene comune, fattori che forniscono un esempio di cooperazione raro in questo settore, che potrebbe essere la salvezza della nostra filiera nel confronto che ci attende con l’economia globale. Riguardo a questo l’intervistato ci racconta: «Ho sempre pensato che il lavoro di squadra fosse capace di produrre più vantaggi di quello individuale; ciò è legato, probabilmente, alla mia formazione militare. Il mio obbiettivo è ottenere un equilibro positivo per tutti i fattori (operatori, consumatori ed ecosistema) sfruttando tutte le mie conoscenze e mettendole a disposizione di tutti, sperando che questo possa anche servire da esempio per i miei colleghi. Faccio tutto ciò con l’obbiettivo di una maggior cooperazione futura che, oltre ad essere richiesta dalle istituzione europee (insieme al rispetto dell’ecosistema) nelle prossime politiche agricole, ritengo possa essere l’ancora di salvataggio per proteggere la qualità, che da sempre contraddistingue i nostri prodotti, utile ad opporsi alla quantità proposta dai paesi esteri ed inarrivabile nelle nostre zone». Autore: Ezio Bosso