COSA C’E DIETRO IL BOOM AFFITTI?

Il mercato fondiario agricolo italiano ha subito negli ultimi anni cambiamenti significativi, delineando una nuova realtà in cui l’affitto delle terre sta diventando la modalità prevalente di gestione per molte aziende, da quelle più grandi a quelle gestite da imprenditori più giovani. Un recente documento del Crea relativo al 2023 mette in luce dati che confermano la crescente preferenza per l’affitto, che sostiene un mercato fondiario sostanzialmente statico, con un incremento dei prezzi dei terreni agricoli solo dell’1% a livello nazionale rispetto al 2022, a circa 22.800 euro per ettaro.

Interpellata sul tema, la confederazione Cia-Agricoltori Italiani commenta che “ci troviamo in una situazione in cui l’affitto dei terreni agricoli sta diventando sempre di più la modalità prevalente di conduzione. Negli ultimi 20 anni il titolo della proprietà ha ceduto il passo”. Il censimento agricolo Istat del 2020 conferma questa tendenza, con quasi il 50% delle superfici agricole italiane gestite in affitto.

 Questo fenomeno è evidente soprattutto nelle aziende oltre i 100 ettari, dove “la stragrande maggioranza della superficie è condotta in affitto”, continua Cia, che definisce questo cambiamento una “rivoluzione importante per il comparto” e ritiene che porterà con sé un ripensamento della struttura imprenditoriale agricola, con effetti che si faranno sentire anche sugli investimenti futuri. Cia, inoltre, non esita a porre l’accento sulla necessità di una regolamentazione di questo fenomeno in crescita da parte del legislatore, che “dovrà essere massima e puntuale, anche dialogando con le organizzazioni agricole”. Autore: Ivan Torneo.