Riconoscimento pubblico per l’Ente nazionale risi. Infatti, l’ente pubblico economico che tutela il nostro chicco bianco, nel 2007 – dopo la cessazione di un lungo periodo di commissariamento – ha continuato a rappresentare un punto di riferimento di rilievo per l’intera filiera del riso, attraverso un patrimonio rilevante di conoscenza dell’andamento del mercato a livello nazionale, europeo e internazionale e i cui problemi sono approfonditi attraverso un’intensa attivit scientifica e di ricerca. Lo ha affermato la sezione centrale di controllo sugli enti della Corte dei conti, nel testo della deliberazione n. 69/2008 (su www.corteconti.it) – riportata dal quotidiano Italia Oggi – con la quale ha relazionato sulla gestione 2007 dell’ente guidato da Piero Eusebio Garrione. Sotto il profilo della gestione, rileva la Corte, l’ente ha proseguito in una politica di contenimento dei costi, grazie alla progressiva dismissione di un patrimonio immobiliare "non pi funzionale al mutato contesto in cui l’ente medesimo svolge i propri compiti istituzionali". Vista favorevolmente, secondo il profilo del perseguimento della mission istituzionale, la costante presenza di funzionari dell’ente nelle sedi comunitarie e internazionali a supporto dell’attivit svolta dalle amministrazioni centrali dello stato. Sul versante dei numeri, emerge un dato su tutti. Tra le pieghe del bilancio c’ una "rilevante" disponibilit liquida detenuta dall’ente, che lo scorso anno ha raggiunto i 17 milioni di euro. Rimane purtroppo irrisolto il problema degli oneri derivanti dalle perdite di pregresse campagne di ammasso obbligatorio, sul quale da "quasi mezzo secolo la Corte dei conti richiama l’attenzione del parlamento e del governo". Si tratta di definire una vicenda, dai contorni che la stessa magistratura contabile non esita a definire "paradossali". Una tragicommedia, rileva il quotidiano economico, che vede esposto in bilancio un credito vantato dall’ente nei confronti dello stato che si incrementa progressivamente, in ragione degli interessi maturati al tasso a suo tempo stabilito dallo stesso (allora) ministero dell’agricoltura e foreste e che ha raggiunto, nel 2007, i 68,1 milioni di euro.
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