COPPO E LA TEMPESTA PERFETTA
Cosa ci sarà dopo la tempesta perfetta? Se lo chiede Benedetto Coppo, ripensando alla pandemia, alla guerra russo-ucraina e, ora, alla siccità.
NUMERI SBAGLIATI
Il presidente dell’Unione agricoltori di Vercelli, che ieri ha festeggiato i 120 anni (e 100 dell’Agricoltore, la rivista dell’Unione) sul lago di Viverone, ha girato la domanda al presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Giansanti è intervenuto all’assemblea chiedendosi come l’agricoltura europea possa affrontare queste sfide «dando i numeri sbagliati, cioè senza un sistema di monitoraggio della produzione e degli stock».
Secondo lui «l’Europa ha sbagliato politiche agricole per quaranta anni», al punto che l’aiuto disaccoppiato della Pac oggi è erogato «come se fosse un reddito di cittadinanza agricola».
CALO DELLE PRODUZIONI
Faceva caldo, ieri, sul lago di Viverone. Non solo perchè – ormai è certo – mancheranno all’appello quote importanti di raccolto o perchè la Valle d’Aosta fa orecchie da mercante alle richieste della pianura.
«Avremo una diminuzione delle produzioni» ammette Coppo, ricordando la siccità del ’65, che però fu risolta dalle piogge, e sottolineando che «con questi costi, l’unica cosa che salverà il bilancio delle aziende risicole saranno le quotazioni del risone che ci attendiamo, alla ripresa, almeno ai livelli odierni».
MODIFICARE I REGOLAMENTI
Confagricoltura chiede per la siccità di «modificare i regolamenti di gestione delle acque e eseguire interventi strutturali sulla rete irrigua, anche su quelli distrettuali e delle singole aziende» e ritiene inevitabile una riduzione dell’ettarato. Ma soprattutto, vuole rilanciare la sommersione. Coppo l’ha detto chiaramente, aggiungendo anche che «è importante modificare la gestione dell’irrigazione prima e dopo l’asciutta».
POLITICA AGRICOLA COMUNE
All’assemblea si è parlato anche di Pac con Vincenzo Lenucci di Confagricoltura, assicurazione agevolata con il presidente di Condifesa 2 Riccardo Garrione, che ha promosso il nuovo consorzio Coordifesa attivo a livello nazionale, e di diserbo, con Mirko Guarise di Corteva: «Dobbiamo tornare a fare agronomia, a produrre di più e meglio, usando la tecnologia – ha spiegato – e noi oggi lavoriamo su nuove varietà di riso e sugli ibridi, perché Corteva crede nel mercato italiano». Nella foto, l’intervento di Guarise.