Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali come ogni anno, di concerto con gli organi competenti della Comunità Europea ha emanato alla fine dello scorso dicembre, il decreto denominato “Piano di gestione dei rischi in agricoltura”, introducendo una grande novità: lo Standard Value (valore della produzione annua ad ettaro). Da diversi anni le colture agricole possono essere assicurate attraverso la sottoscrizione di polizze agevolate, tramite i Consorzi di Difesa, avendo così diritto al riconoscimento di un contributo pubblico variabile dal 65% al 70%, in base ai pacchetti assicurativi scelti. L’esperienza di questi anni ha portato alla luce diverse problematiche, legate soprattutto alla gestione delle rese assicurabili ad ettaro, estratte dal Piano Assicurativo Individuale (P.A.I.), che spesso riportava dei dati sulle produzioni assicurabili non realistici, andando a creare così problemi non solo in fase di rilevamento del danno in caso di sinistro, ma anche di ritardi a catena tra i vari addetti ai lavori per la chiusura delle erogazioni dei contributi pubblici. (Come gestire la risaia)
Lo Standard Value (SV), emanato annualmente tramite il “Decreto di approvazione degli Standard Value”, (in pubblicazione nei prossimi giorni), vuole essere lo strumento di semplificazione, non solo nel momento della messa in copertura dei rischi assicurabili, permettendo di ricevere il contributo su tutta la produzione assicurabile, superando così l’amara questione delle rese storiche dei PAI, ma anche come strumento di velocizzazione delle tempistiche nell’erogazione della quota agevolata del contributo pubblico all’agricoltore.
Pertanto, dal punto di vista operativo, il valore assicurabile della propria azienda sarà ricavato dal prodotto tra il prezzo P e la resa R, andando a confrontare il risultato ottenuto con lo SV di riferimento del prodotto assicurato.
Nel caso in cui questo valore risultasse uguale o al di sotto dello Standard Value di riferimento, la procedura dei controlli sarà semplificata, intervenendo solo sulla verifica della superficie assicurata e permettendo così una più veloce gestione dell’erogazione del contributo pubblico.
Per le aziende che non si riconoscessero nel valore standard proposto dal PAI, sarà data loro la possibilità di inserire un proprio valore, giustificandolo con documenti probanti il valore scelto (per esempio le fatture di vendita dove sono indicate le quantità ed i contratti di vendita e/o di filiera). In questo caso è giusto sottolineare che, oltre al controllo delle superfici assicurate, la pratica seguirà un’istruttoria specifica con altre tempistiche di erogazione del contributo, previo esito positivo della stessa.
Esempio esplicativo del calcolo per determinare il Valore Assicurabile:
Valore Assicurabile = P (prezzo) X R (resa)
Si evidenzia come la componente prezzo dei prodotti assicurabili, non fa più riferimento al valore della campagna appena conclusa, ma è data dalla media triennale dei valori di mercato degli ultimi tre anni oppure dalla media olimpica (media triennale sul quinquennio escludendo il valore dell’anno migliore e quello dell’anno peggiore). Per quanto riguarda invece il fattore resa si tratta della resa agronomica potenziale dell’annata in corso.
Quindi, il P.A.I. 2021 che sarà semplificato sulla parte della compilazione delle rese agronomiche storiche, rimarrà comunque un documento indispensabile per l’attestazione di aver assicurato l’intera superficie aziendale (obbligo per la sottoscrizione delle polizze agevolate).
Rimane di fondamentale importanza ricordare di dichiarare sul certificato di polizza la resa aziendale ad ettaro più veritiera possibile che si troverà negli appezzamenti, in quanto le attuali polizze agevolate, nonostante sia stata inserita questa importante novità dello SV, sono sempre polizze sulle rese che risarciranno i danni quantitativi e qualitativi (ove previsto), rispetto alla produzione potenziale e quindi risarcibile ad ettaro, ed esse come sempre saranno oggetto di semplici controlli in caso di sinistro, durante la valutazione dei danni in campagna.
Con l’inizio della campagna assicurativa 2021 per il prodotto riso, si spera che questa importante novità, richiesta da molti anni, possa diventare davvero uno strumento di snellimento burocratico e di accelerazione delle tempistiche di erogazione dei contributi pubblici e che sia anche, il mezzo idoneo per poter effettivamente assicurare la resa agronomica che ogni agricoltore ha nei suoi appezzamenti, non escludendo, per la parte eccedente, dall’ammissione al contributo pubblico chi effettivamente, per capacità, produce di più. Autore: Carolina Cescon