La revisione dei trattori non deve fare paura ma neanche suscitare eccessive aspettative. Lo sostiene la Confai, che riunisce i contoterzisti: «Come associazione di categoria sia delle imprese agromeccaniche che di quelle agricole vorremmo tranquillizzare gli agricoltori sulla revisione, che avrà una gradualità tale da non costituire un aggravio di costi eccessivo per il settore, soprattutto per le tempistiche. Purtroppo, però, e questo è l’elemento maggiormente preoccupante, il vero nodo è legato all’inutilità del decreto, che non compie alcun passo in avanti sul fronte della sicurezza del lavoro» dichiara Leonardo Bolis, presidente di Confai. «Non vogliamo assolutamente difendere una norma che abbiamo sempre criticato in quanto connessa solamente a un aumento di costi e di pratiche burocratiche per le aziende agricole e agromeccaniche – afferma Bolis – ma non possiamo non contrastare il messaggio di un sindacato che con ogni probabilità ha frainteso i tempi tecnici della revisione». Il decreto stabilisce, nell’ipotesi più “urgente”, che entro il 31 dicembre 2017 siano soggetti a revisione i trattori agricoli, le macchine agricole operatrici e i rimorchi agricoli immatricolati entro il 1973. «Quello che purtroppo qualcuno si ostina a non voler capire è che finanziare gli agricoltori per sostituire i trattori immatricolati prima del 1973 – specifica Marco Speziali, presidente di Confai Academy e dell’associazione di Mantova – è uno spreco di denaro assoluto. Le dimensioni medie delle aziende agricole italiane non sopportano, eccezion fatta per alcune colture specifiche, investimenti per l’acquisto di trattrici agricole. Sono attività che, dicono gli economisti, risultano più efficienti se gestite dagli agromeccanici». Confai si dichiara stupita, inoltre, di come un provvedimento inutile come la revisione venga scambiato dai più come una soluzione per maggiore sicurezza sul lavoro: «Sull’argomento siamo intervenuti ripetutamente – chiosa Cappellini – evidenziando anche le difficoltà tecnico-operative per attuare la revisione. Ancora più assurda è la proposta che qualcuno ha avanzato nel corso dell’ultima riunione al Mipaaf, lo scorso 21 luglio, di sostenere la revisione accedendo ai finanziamenti del Psr, finanziamenti che oggi escludono gli agromeccanici, accentuando così la discriminazione di chi opera nello stesso settore. Il 31 dicembre 2017 è vicino e nello stesso tempo lontano; chissà che in questo lasso di tempo qualcuno rinsavisca e centri i veri obiettivi per una agricoltura sostenibile». Si ricorda che la revisione è obbligatoria per tutte le tipologie di macchine agricole e, precisamente, in base all’art 57 del CdS: 1) trattrici agricole; 2) macchine agricole operatrici (vi rientrano mietitrebbie, falcia trince caricatrici, irroratrici semoventi, interratrici semoventi liquami (terragator), ecc. 3) rimorchi agricoli. Insomma, tutte le macchine agricole immatricolate che circolano su strada. (28.07.2015)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.