Toh, l’Expofeeling è già finito. Il decumano è ancora caldo e iniziano i ripensamenti: «Non sono Expo – ottimista né Expo – scettico, ma non si può negare che insieme alle luci in questi sei mesi si siano viste anche delle ombre» ha dichiarato ieri Matteo Lasagna, presidente lombardo di Confagricoltura, il quale lamenta una gestione insoddisfacente degli spazi destinati all’Italia e la scarsa capacità di Expo di allargarsi sui territori. «Vedo aspetti positivi insieme a punti interrogativi e motivi di vera delusione – continua – Di certo dal punto di vista organizzativo abbiamo assistito a un successo, Milano ha saputo sostenere la manifestazione. Quello su cui, invece, credo sia opportuno sospendere il giudizio è la capacità di Expo di generare reddito per le imprese: come si può essere certi che i contatti allacciati si trasformeranno in affari?» Una domanda cui, per quanto riguarda il riso, il presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà ha risposto in settimana, rilasciando un’intervista alla Provincia Pavese nella quale, al giornalista Umberto De Agostino, ha dichiarato: «Il riso italiano è stato protagonista a Expo 2015 esclusivamente a “Cibus è Italia” grazie all’Ente nazionale risi. Abbiamo dovuto superare notevoli ostacoli, masiamo soddisfatti della nostra partecipazione: incontri con compratori stranieri, eventi di divulgazione a circa 850 giornalisti, visite al Centro ricerche sul riso di Castello d’Agogna da parte di alcune delegazioni internazionali e al nostro stand da parte dei visitatori, soprattutto da quando Expo 2015, dopo le ripetute lamentele, ha modificato le decisioni in merito agli accessi al sito espositivo. Dalla nostra partecipazione abbiamo dedotto cheesisteungrande interesse per il riso italiano e per i territori. Su questo dobbiamo continuare a scommettere con quel gioco di squadra che abbiamo cominciato nel maggio scorso. Ringrazio le Camere di Commercio, le Province e le 51 aziende trasformatrici che ci hanno seguito in questa avventura» (02.11.2015)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.