«Molte volte ci riempiamo la bocca affermando che l’agricoltura lombarda è la prima in Italia e forse in Europa. Questo è un dato inconfutabile per molti versi, ma occorre fare una riflessione su come la burocrazia regionale negli ultimi anni non abbia saputo supportare la vitalità delle nostre imprese». Inizia così l’editoriale della Confagricoltura di Milano-Lodi e Monza contro la burocrazia, che se la prende soprattutto con la Regione Lombardia. I toni sono particolarmente duri. «Evidentemente – scrive – non tutte le colpe sono imputabili alla Regione perché anche la burocrazia Ministeriale ci mette del suo. Gli esempi non mancano partendo dalle disfunzioni di AGEA e dai ritardi del Ministero nell’emanazione delle norme. Ma quando parliamo della burocrazia statale ci amareggiamo ma oramai ne siamo abituati. La cosa però diventa insopportabile quando ad essere inefficiente è la macchina burocratica regionale, in particolar modo quella lombarda. Due esempi su tutti: la questione PAC/PAI e il PSR. Sulla questione PAC/PAI, il programma informatico regionale SISCO (sistema delle conoscenze……) non dialoga con il sistema informatico nazionale creando ogni volta una enormità di dati errati. Altro tasto dolente è il PSR, dove i bandi sono stati scritti, per scelta dell’Amministrazione Regionale, senza prevedere un adeguato confronto con le Organizzazioni agricole. Una volta calati dall’alto, escono bandi che lasciano molti dubbi interpretativi, di conseguenza si presentano domande in tempi ristretti e con mille difficoltà di interpretazione. Tanto che, non avendo interlocuzione con la Regione e risposte celeri, molte domande vengono bocciate con argomentazioni alquanto bizzarre e, tra l’altro, con differenze marcate tra le varie provincie, che riflettono le diverse “sensibilità” dei funzionari addetti all’istruttoria. In un momento di estrema difficoltà del settore, la burocrazia in Regione Lombardia sta diventando una palla al piede all’efficienza lombarda. Gli enti pubblici regionali devono aiutare ed accompagnare le aziende agricole, non porsi come controparte. L’agricoltura lombarda non merita tutto questo».
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.