Abbiamo capito che il futuro della risicoltura, con la nuova Pac, si muove su un sentiero strettissimo. Lo abbiamo capito leggendo con voi, in anteprima, il rapporto Nomisma. Ora proseguiamo l’analisi. Il sostegno di base per la sostenibilità – in virtù dei tagli decisi e irrevocabili – potrà essere portato dagli attuali 722 €/ha (valore medio) a: 1) 159 €/ha dal 2023 se si attuerà lo schema flat rate; 2) a 364 €/ha dal 2023 ma scendendo progressivamente fino a 255 nel 2026 se si adotterà la convergenza interna all’85% e la contrazione dei titoli al 30% massimo; 3) a 364 €/ha nel 2023 ma arrivando a 159 nel 2026 se si adotterà invece una convergenza interna al 100%.(Tempo di seminare…) Queste scelte dipendono dal Governo e dal Parlamento italiano. E non è finita qui.
«Il riso, commenta il presidente dell’Ente Nazionale Risi Paolo Carrà, potrà integrare, come in passato, il sostegno di base per la sostenibilità con l’aiuto accoppiato, fermo restando che sull’importo ad ettaro ci sarà battaglia, perché anche altre colture vorranno integrare il sostegno con tale misura che assorbirà dal 13 al 15% del massimale a disposizione per i pagamenti diretti. Esistono, è vero, delle misure legate agli ecoschemi e il cosiddetto sostegno redistributivo che però non avrà un impatto importante sul settore risicolo, in quanto si concentrerà solo sui primi 30 ettari aziendali». Nelle prossime ore cercheremo di capire qualcosa di più degli ecoschemi e dell’aiuto accoppiato… (Sai che ogni varietà di riso ha il suo tempo preciso?)