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COMMERCIO DI RISO IN RIBASSO

da | 23 Set 2020 | Internazionale

Commercio mondiale di riso

Secondo le previsioni, il commercio mondiale di riso scenderà a 42-43 milioni di tonnellate di riso lavorato nel 2020 durante un anno commerciale caotico, influenzato dalle restrizioni all’esportazione all’inizio della pandemia COVID-19 e dalla riduzione delle forniture in Thailandia. La notizia è riportata da Gaotrade, operatore specializzato nell’analisi dei mercati internazionali del riso.

Le limitate forniture disponibili per l’esportazione e i prezzi relativamente alti sono alcuni dei fattori chiave della contrazione globale del commercio. L’esportatore che registra il calo più forte è la Thailandia: le disponibilità esportabili sono state limitate da un raccolto limitato che ha risentito della siccità. I prezzi thailandesi sono stati costantemente più alti rispetto ai concorrenti regionali. Tuttavia, c’è stato un periodo favorevole all’export quando i principali paesi concorrenti, Vietnam, Cambogia e Birmania, hanno istituito in primavera divieti e quote di esportazione, della durata di un paio di mesi. A seguito del rientro sul mercato di questi paesi, l’export tailandese è tornato a contrarsi.

Riso dalla Thailandia: solo 6,5 milioni di tonnellate nel 2020

Si prevede che la Thailandia esporterà solo 6,5 milioni di tonnellate nel 2020, il livello più basso dal 1998. Il Vietnam si proietta ora come secondo esportatore mondiale, nonostante il divieto attuato all’inizio dell’anno a causa della pandemia da coronavirus.

Inoltre un mese di forti esportazioni dal Brasile (complessivamente si registra una crescita di due terzi  rispetto all’anno scorso) ha parzialmente compensato il calo delle vendite all’estero dal Sud-Est asiatico. Il Brasile ha esportato verso un gruppo diversificato di mercati, in particolare nell’emisfero occidentale, in quanto l’altro fornitore principale, come gli Stati Uniti, ha scorte limitate e prezzi elevati.

L’India, con solide disponibilità esportabili, dovrebbe rimanere il primo esportatore nonostante i precedenti vincoli logistici.

Commercio mondiale del riso: cosa succederà?

Nel frattempo, la domanda globale di importazioni si è indebolita, soprattutto in Africa occidentale in risposta ai prezzi mondiali relativamente elevati. Si prevede infatti che la Nigeria importerà poco più della metà dei quantitativi rispetto al 2019. Anche la Costa d’Avorio, uno dei principali importatori e riesportatori regionali, dovrebbe importare meno riso rispetto all’anno scorso.

Pure le importazioni della Cina sono rimaste deboli nel 2020, a causa delle abbondanti disponibilità interne e delle precedenti restrizioni all’esportazione da parte di alcuni partner commerciali. Allo stesso modo, le importazioni dall’Indonesia dovrebbero rimanere relativamente basse a causa di un raccolto abbondante.

Esportazioni e commercio di riso in Africa e in Asia nel 2020

I prezzi delle esportazioni dalla Thailandia sono diminuiti questa settimana, anche a causa della maggiore disponibilità di prodotto, mentre il baht è scivolato dopo le dimissioni del ministro delle Finanze del paese. D’altro canto le quotazioni per il riso vietnamita sono aumentate con l’esaurirsi dell’offerta, e la debolezza della domanda dovrebbe impedire un ulteriore aumento nelle prossime settimane.

È probabile che le disponibilità non crescano fino al raccolto autunno-inverno che inizierà a novembre, ha detto un trader di Ho Chi Minh City. I dati preliminari del governo hanno mostrato che le spedizioni di riso del Vietnam nei primi otto mesi sono scese dell’1,7% a 4,5 milioni di tonnellate rispetto all’anno scorso.

In India gli esportatori non hanno modificato i prezzi, ma li dovranno aumentare se la rupia si dovesse ulteriormente apprezzare, ha riferito  un esportatore con sede a Kakinada, nello stato meridionale dell’Andhra Pradesh. La rupia si è apprezzata di circa il 3% nelle ultime due settimane. Nel porto di Kakinada ci sono 11 navi in carico per la costa occidentale dell’Africa. Totale da caricare; 390.000 tonnellate.

Il vicino Bangladesh ha continuato a subire le inondazioni, che hanno distrutto il raccolto di riso per un valore 4,29 miliardi di dollari e hanno portato a un nuovo aumento dei prezzi.

In India inoltre la domanda di esportazioni di riso non basmati aumenta come conseguenza dell’incremento dei prezzi in Thailandia e Vietnam. I commercianti indiani di non-basmati si attendono esportazioni robuste quest’anno.

Impennata di riso non Basmati

L’India beneficia di una differenza di prezzo di circa 90 dollari per tonnellata di riso non basmati rispetto alle analoghe varietà vietnamita e thailandese. BV Krishna Rao, presidente della Rice Exporters Association, ha dichiarato che il riso indiano ha registrato un aumento della domanda nonostante un incremento del 3-5% del prezzo dovuto al deprezzamento della rupia. Ha aggiunto che le esportazioni di riso sono aumentate del 35% nei primi quattro mesi dell’anno fiscale 2020-21 rispetto alle esportazioni dello stesso periodo dell’anno scorso.  Le varietà indiane non basmati sono vendute a 400 dollari la tonnellata, mentre il prezzo del riso per la Thailandia e il Vietnam oscilla tra i 490 e i 500 dollari la tonnellata.

I crescenti casi di covid e l’incertezza riguardo alla pandemia hanno incoraggiato l’accaparramento in Vietnam, e ciò ha fatto aumentare i prezzi del riso. Anche l’aumento degli acquisti da parte dei commercianti locali alla fine della stagione del raccolto ha contribuito a far correre i prezzi. Gli esperti affermano che i costi rimarranno elevati almeno fino all’arrivo del nuovo raccolto, ad ottobre.

La maggior parte della domanda mondiale di riso è soddisfatta dalle esportazioni da Pakistan, Myanmar, India, Thailandia e Vietnam. L’India esporta in quasi 170 Paesi nel mondo, con 11 milioni di tonnellate su 40-45 milioni di tonnellate di riso scambiate a livello mondiale.

I mesi di settembre e ottobre vedranno un’impennata della domanda di riso non basmati dall’India. Gli esportatori si aspettano che le esportazioni raggiungano i livelli dell’anno fiscale 18, pari a 8,64 milioni di tonnellate. La quantità è scesa a 5,04 milioni di tonnellate nell’anno fiscale 2019-20, poiché gli agricoltori non hanno avuto interesse ad esportare.

Gli esportatori si trovano ad affrontare una carenza di container per l’esportazione. Rao ha affermato che l’offerta di container è rallentata a Kakinada (il più grande porto per il commercio di riso non basmati) dopo una diminuzione delle importazioni dalla Cina. Nel complesso, la domanda di riso non basmati è aumentata. Tuttavia, la carenza di container rimarrà un problema per gli esportatori.

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