Divisi alla meta. I risicoltori decidono di far sentire la propria voce sulla crisi delle importazioni agevolate di riso cambogiano su piazze differenti. Mentre Confagricoltura e Cia bloccheranno le borse risi da lunedì, Coldiretti gioca d’anticipo e organizza per venerdì una manifestazione a Torino, davanti alla Regione Piemonte. Ma soprattutto va in fuga sulla legge del mercato interno e chiede di “rivisitare” l’Ente Risi. Il comunicato è arrivato stamane come un fulmine a ciel sereno. “Una regione a forte vocazione risicola non può più accettare che il lavoro delle oltre 2.500 imprese per un totale di 12.000 addetti sia messo a rischio a causa delle indiscriminate importazioni dall’estero, Cambogia in particolar modo, a seguito dell’azzeramento dei dazi doganali da parte dell’Unione Europea – spiega -. Coldiretti Piemonte, in un documento che sarà consegnato ai Prefetti (che avverrà il 10 luglio) ed ai presidenti delle province risicole nonchè Parlamentari ed ai Consiglieri della Regione chiede con forza una nuova legge per la regolamentazione del commercio interno, in particolare nel collegato agricolo di “Campo libero”, in cui sia inserito chiaramente l’obbligo di indicazione dell’origine e l’etichettatura del riso. Questo per evitare che ancora una volta la produzione made in Piemonte vada ad essere utilizzata dalle riserie che tendono a nazionalizzare il riso estero, spesso importato come risone o semi lavorato anche utilizzando triangolazioni con i Paesi a dazio zero. Il documento di Coldiretti Piemonte chiederà anche una rivisitazione dell’operatività delle Borse Merci, oggi capillarmente distribuite sul territorio, ma con scarsi esiti in termini di riferimento per il mercato. Infine, è opportuno che il Governo compia una corretta valutazione sull’operatività dell’Ente Nazionale Risi, la cui funzione operativa è considerata sicuramente da aggiornare. Di qui, un provvedimento nazionale che meglio disciplini l’attività di enti e organismi che interagiscono con il settore”. Seguono considerazioni di scenario: “Oggi il nostro Paese è il maggior produttore europeo di riso, con più di 14 milioni di quintali l’anno. E in Italia il primato spetta al Piemonte, con più di 120 mila ettari di risaia con una produzione totale di 8 milioni 500 mila quintali. La capitale del riso è Vercelli: dalle risaie che circondano la città proviene più di 1/3 della produzione nazionale. Oltre alla provincia di Vercelli, anche quella di Novara presenta il paesaggio tipico delle risaie. Il riso costituisce l’esempio classico dei soli 17 centesimi che vanno al produttore agricolo per ogni euro di costo per il consumatore”. Il comunicato è un fulmine a ciel sereno perché fa riferimento a un documento cardine – il protocollo di tracciabilità – cui Coldiretti ha vincolato l’approvazione della bozza per la legge sul mercato interno e annuncia che questo documento sarà presentato il 10 luglio, lasciando capire che il percorso di approvazione della legge è bell’e pronto: inserire la nuova legge nel collegato agricolo di Campo libero “in cui sia inserito chiaramente l’obbligo di indicazione dell’origine e l’etichettatura del riso”. Se non che la discussione sul provvedimento – su cui esiste un accordo di massima delle organizzazioni agricole e industriali – è ancora aperto, tant’è vero che l’Ente Risi ha fissato per il 22 luglio un nuovo momento di confronto. Ma ancor più sorprendente è la proposta di “aggiornare” l’Ente Risi: in assenza di interpretazioni, che peraltro abbiamo richiesto invano a Coldiretti, si può ipotizzare che l’organizzazione agricola rivendichi la presidenza dell’Ente (l’attuale presidente, Paolo Carrà, è espressione di Confagricoltura) oppure che pensi a una “riforma” più profonda come farebbe supporre il riferimento a “un provvedimento nazionale che meglio disciplini l’attività di enti e organismi che interagiscono con il settore”. In questa direzione potrebbe andare la richiesta Coldiretti, che sarebbe contenuta nel provvedimento sulla tracciabilità (segretissimo), di affidare all’Ente la certificazione di “italianità” di tutto il riso prodotto nelle risaie nazionali. (08.07.14)
L’ACQUA DI OVEST SESIA NON COSTERÀ DI PIÙ
L’approvazione del bilancio di assestamento e il bilancio di previsione senza alcun aumento della tariffa sull’acqua.