Sono iniziati gli incontri tecnici organizzati da Ente Risi, suddivisi come sempre per provincie, che coinvolgeranno i territori di Vercelli, Novara, Pavia, Milano, Ferrara, Verona e Oristano. Questa settimana sono state interessate la provincia pavese e quella vercellese ed in quest’ultima sono 3 le tappe: le prime a Buronzo e Ronsecco, la terza oggi all’Istituto agrario “G. Ferraris” di Vercelli. In questi incontri si susseguono diversi interventi, come abbiamo ascoltato a Buronzo (Vercelli). Iniziamo dall’analisi del clima: aprendo l’incontro, Cesare Rocca, Tecnico dell’Assistenza Risicola dell’Ente, ha fornito infatti un’analisi dei dati metereologici raccolti, ogni 15 minuti, nelle due capannine meteo di Rovasenda e Lignana. Il focus è stato lo scorso anno, 2019, relativamente a piovosità e temperature medie, i due dati più influenti sulla risicoltura, così riassunti dal tecnico: «L’inverno sta diventando sempre più caldo, l’anno scorso abbiamo avuto un’anomalia termica di circa 1,9° C in più rispetto a tutti gli anni del ventennio precedente. Anche la piovosità è stata bassa con soli 68 mm di pioggia in tutti e tre i mesi invernali, caratterizzando l’inverno con condizioni anomale. In Primavera abbiamo avuto un marzo che ha proseguito questa tendenza, poco piovoso e con temperature ai massimi livelli storici. Viceversa, aprile ha invertito la tendenza, con temperature costantemente inferiori alla media e piogge abbondanti, arrivando a toccare i 166 mm di precipitazioni nelle registrazioni di Rovasenda. Maggio ha presentato una pluviometria decrescente ma temperature simili a quelle di aprile, quindi basse, con un picco di piovosità nell’ultima settimana del mese. L’estate ha mostrato tempo stabile e soleggiato con temperature sopra le medie storiche, solo durante la seconda decade di luglio le temperature hanno subito un leggero calo, rimanendo nelle medie stagionali. In questo abbassamento termico si sono manifestati eventi grandinigeni molto importanti, che hanno portato danni alle coltivazioni e alle cose materiali. Tuttavia, grazie alle sue temperature, questo periodo si è dimostrato perfetto per l’applicazione di fertilizzanti e prodotti fitosanitari, che sono stati assorbiti con facilità, e per la lotta al Brusone, indebolito da temperature troppo alte per il ciclo vitale del fungo da cui è causato. Settembre e ottobre si sono dimostrati due mesi in linea con le medie storiche in quanto a temperature, con piovosità limitata nel primo mese ma assai crescente in ottobre, che ha influito sulle tempistiche di raccolta anche in relazione ad una semina ritardata, dovuto al mese di aprile molto piovoso» (Nelle prossime ore, altre notizie sui temi affrontati agli incontri). Autore: Ezio Bosso
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