«I mutamenti climatici e l’agricoltura. Come gestire e risparmiare le risorse idriche» è il titolo del convegno che Cia-Agricoltori Italiani Lombardia ha organizzato il 27 ottobre, nell’ambito della Fiera di Cremona, con la partecipazione del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio. Proprio lui, nel riconoscere l’importanza e l’attualità del problema, ha sottolineato come sia necessario affrontarlo basandosi su dati oggettivi e non sensazioni. «Compito del Ministero – ha dichiarato – è fornire infrastrutture per la gestione dell’acqua quando non c’è. Per questo abbiamo fatto partire un programma da 300milioni di euro di potenziamento delle infrastrutture per la gestione delle risorse idriche, anche in emergenza. Altri 700milioni sono già pronti, per un totale di 1 miliardo di euro di investimenti». Centinaio, ha toccato anche l’argomento Agea, affermando che è necessario che i pagamenti vengano velocizzati essendo incresciosa la situazione di ritardi venuta a crearsi.
Il parere degli esperti
Successivamente hanno preso la parola due docenti dell’Università di Milano, Maurizio Maugeri, che ha fornito una dettagliata analisi dei cambiamenti climatici degli ultimi 30 anni e dello sviluppo dei sistemi di rilievo meteorologico, e Claudio Gandolfi, che ha evidenziato come il cambiamento climatico sia un dato oggettivo. Maugeri, specializzato in Astronomia, Astrofisica, Fisica della Terra e dei Pianeti e Climatologia Storica, alla domanda quali fossero i cambiamenti climatici in atto nei nostri areali ha riferito: «Il cambiamento climatico della zona risicola è lo stesso di tutto il bacino padano, in cui il dato più eclatante è la crescita della temperatura media. L’ascesa inizia nella seconda metà dell’ottocento ma subisce un’accelerata dopo la metà degli anni ’80; negli ultimi 30 anni abbiamo assistito ad una crescita di oltre 1,5° C, incremento doppio rispetto alla media planetaria. Riguardo agli eventi catastrofici vi sono certezze solo sull’aumento delle ondate di calore; circa le precipitazioni mancano ancora dati che chiariscano la questione e la presenza di forti eventi piovosi è una caratteristica che contraddistingue da sempre il nostro areale climatico, come testimoniano alluvioni del passato molto più catastrofiche di quelle recenti. In generale si sta spostando tutto verso un clima più caldo, elemento che influisce anche sull’accumulo e la conservazione delle nevi in inverno. Probabilmente, non vivremo più periodi freddi come il gennaio dell’85 e le riserve idriche (ghiacciai) caleranno progressivamente». Il che significa, ovviamente, una penuria di acqua irrigua. Autore: Ezio Bosso