Sino a pochi giorni fa era solo un’ipotesi ma con il passare delle ore si è rivestita di concretezza sino a diventare realtà: dal 20 marzo, su tutte le alzaie non concessionate, e quindi in capo al Consorzio, dell’intero reticolo di competenza, saranno vietati i transiti ciclopedonali. Le banchine continueranno invece ad essere accessibili ai mezzi del personale consortile e a quanti sono autorizzati per specifiche motivazioni. Il Consorzio, nell’emanare la relativa ordinanza, la n. 58, invita altresì tutti i concessionari a valutare responsabilmente la situazione, considerando l’assunzione di provvedimenti analoghi sui tratti di propria competenza. La misura restrittiva in oggetto si è resa necessaria per evitare sconsiderati assembramenti che, in questi giorni, a dispetto di ogni divieto, complice il bel tempo di inizio primavera, sono spuntati qua e là lungo i canali, segnalati con preoccupazione dalle Amministrazioni locali. Il provvedimento sarà in vigore a tempo indeterminato sino a revoca. Quando martedi 17 marzo era stata emanata l’ordinanza, la numero 55, che disciplinava la chiusura al traffico ciclopedonale delle banchine del Villoresi a Monza, il Presidente del Consorzio Alessandro Folli era stato chiaro: se tali situazioni fossero continuate a verificarsi, ETVilloresi avrebbe provveduto a vietare la fruizione ciclopedonale lungo tutte le alzaie di competenza dell’intera rete gestita, che per la loro configurazione in molti tratti non consentono, in caso di affluenza di più persone, di rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro. È cosi’ in effetti è stato, nelle stesse ore in cui sta prendendo corpo l’intendimento, da parte del Governo e in particolare del Dicastero dello Sport, di porre un divieto assoluto alle attività all’aperto. «La situazione è troppo grave per consentire simili leggerezze. Con un aumento allarmante dei contagi in Lombardia non possiamo permetterci esitazioni” così commenta l’ordinanza il Presidente di ETVilloresi Alessandro Folli. “Restare a casa è l’unico modo per contrastare il Coronavirus. Non importa se quello che viene richiesto a noi tutti è un un sacrificio e se fuori è ormai bel tempo; dobbiamo dare il nostro contributo, altrimenti rischiamo di perdere la guerra che stiamo combattendo contro un nemico invisibile quanto insidioso. Lo dobbiamo ai nostri medici, infermieri, soccorritori che rischiano la vita ogni giorno negli ospedali del Paese e a noi stessi se vogliamo tornare presto alla normalità» conclude Folli.
IL RISO E’ SOST
Presentati i risultati della sperimentazione Risosost