Su richiesta di Cia e Confagricoltura, il Dipartimento delle Finanze è intervenuto per chiarire alcuni ambiti di applicazione dell’esenzione Imu sui terreni agricoli. La conferma più importante ha riguardato il trattamento per i terreni agricoli posseduti dal familiare coadiuvante del coltivatore diretto, lavorati dall’impresa agricola di cui è titolare un altro componente del nucleo familiare. In modo inequivocabile, scrive Cia Lombardia, il Dipartimento ha confermato l’esenzione Imu su tali terreni “in virtù del fatto che tale condizione soddisfa entrambi i requisiti posti dalla norma, del possesso e della conduzione”. Infatti, il coadiuvante familiare, che deve essere iscritto alla previdenza agricola, nel caso di specie è sia possessore del terreno agricolo sia conduttore, unitamente al titolare dell’impresa agricola, in un contesto di impresa familiare.
Con questo pronunciamento, almeno in parte è stata sanata una “disattenzione” legislativa che sottoponeva a Imu i terreni di pianura condotti da soggetti diversi dai possessori nell’ambito familiare. Caso frequente quello dei giovani che esercitano attività agricola su terreni posseduti dai genitori: ebbene, in questo caso, se il genitore continua l’attività agricola come coadiuvante del figlio e mantiene attiva la posizione previdenziale come CD, secondo la precisazione del Dipartimento delle Finanze non è più soggetto al pagamento dell’Imu sui predetti terreni. Esentati dall’Imu anche quei coltivatori (diretti e IAP persone fisiche) iscritti alla previdenza agricola che hanno costituito una società di persone a cui hanno concesso in affitto o in comodato il terreno agricolo di cui mantengono il possesso ma che, in qualità di soci, continuano a coltivare direttamente.