Riallacciandomi all’intervista fatta al sig. Tonello e pubblicata su “Riso Italiano.eu” rimango sorpreso dal modo con cui egli definisce il metodo con cui vengono compilati i listini: “in maniera empirica e senza una vera logica”. Questa definizione, a mio avviso, offende gravemente i Listini ed i membri che si riuniscono per compilarli. Io mi reputo offeso in quanto mi ritengo un operatore serio ed ho sempre riportato in listino (sia a Milano che a Bologna) i reali prezzi degli affari chiusi durante il mercato e ritengo che, come me, i miei colleghi si comportino con la stessa integrità morale. In merito alla dichiarazione «I partecipanti a queste commissioni tengono sempre conto del reale peso degli interessi in campo?» mi sento di obiettare dicendo che il 17 gennaio u.s. a Milano, sebbene molti commissari –io compreso- avessimo consigliato di desistere, si è provveduto ad inserire le rese medie a fianco di ogni gruppo varietale di risone. Il mio consiglio nel desistere nell’inserire le rese medie era una conseguenza di quest’analisi:
– Le rese medie sui risi da “mercato interno” (56 sul gruppo “Arborio” e 58 sul gruppo “Carnaroli”) erano più basse rispetto i parametri massimi con cui si erano quotati i risoni fino a quel momento.
– In una fase di mercato decisamente pesante come quella che si stava attraversando in quel momento, variare in negativo il parametro di riferimento avrebbe significato apportare al listino un doppio segnale negativo: quello reale del mercato più quello della riconduzione del prezzo al nuovo parametro di resa.
I molti pareri negativi a questo inserimento sono stati zittiti da una folta schiera di sostenitori che comprendeva anche alcuni rappresentati dell’organizzazione di Tonello; a questo punto sono io a chiedere loro se la loro insistenza in questa decisione ha tenuto conto del reale peso degli interessi in campo… (Autore: Massimo Gregori, presidente Medi@rice)