Non si capisce a cosa servano le campagne che promuovono la qualità del riso italiano se la distribuzione per prima, l’industria per seconda e i risicoltori per terzi non ci credono. Saremo antipatici, ma i numeri sono numeri. Quelli del riso classico parlano chiaro. Numeri ufficiali. In tre anni gli ettari investiti nelle varietà destinate ad essere commercializzate “in purezza”, con tanto di tracciabilita dal seme alla tavola, sono passate da 4000 a 3300 ettari. Se consideriamo che la partenza non fu esaltante (leggi l’articolo), la tendenza è da viale del tramonto. Non si dica che è colpa della siccità: il motivo per cui il riso classico non sfonda è che non ha mercato. Siamo convinti che l’avrà, come l’avrà la vendita diretta delle nostre meravigliose cascine del riso, ma al momento i numeri diffusi dall’Ente Risi parlano chiaro. Purtroppo.