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CHI HA COMPRATO LA RISERIA DEGLI ASCHEI?

da | 4 Giu 2019 | NEWS

Chi ha comprato la Riseria Europea? Prima di rispondere a questa domanda è necessaria una premessa storica. La Riseria Europea è un progetto fallito ma, a suo tempo, molto suggestivo: nasce dalla decisione di Fabio e Luigi Aschei, due industriali risieri, di spezzare gli equilibri della filiera costruendo nel 2000 un impianto da 25 milioni di euro e più di 150 collaboratori. Il piano degli Aschei, entrati nel “salotto buono” dei sindacati di settore e nel Cda dell’Ente Risi salvo poi uscirne altrettanto rapidamente, è quello di realizzare un “Consorzio di Filiera” a tutela delle varietà tipiche italiane, sul modello del Parmigiano Reggiano. Nel 2009, quando l’attività industriale è già a regime, l’Europea firma un accordo di filiera. Ha progetti ambiziosi: creare un collettore dell’offerta di riso di qualità italiano e coinvolgere gli agricoltori nel mercato, nonché sviluppare un’offerta di sottoprodotti e di risi arricchiti, in collaborazione con l’Università. Idee che saranno sviluppate in seguito da altri operatori.

Il nodo delle banche

Per qualche anno l’Europea cresce ma il suo punto debole è l’esposizione con gli istituti di credito, che nel 2009, dopo una serie di vicissitudini poco chiare, revocano le linee finanziarie, provocando il dissesto della società. Da quel momento, i fratelli Aschei cercano di salvare la baracca ma la situazione precipita e intorno all’Europa si accalcano fatti e personaggi da spy story. In rete ci sono colorite ricostruzioni come questa i cui autori si riparano dietro l’anonimato e che quindi non hanno alcuna autorevolezza. Quel che conta per un giornale dei risicoltori come il nostro – ed è il motivo vero per cui ce ne occupiamo – è che l’Europea fallisce mentre ha in pancia forniture di riso importanti e che questo crollo provoca dei danni anche agli agricoltori. Si calcola che le imprese coinvolte siano circa duecento. Vantano un credito milionario. Ovviamente, le polemiche si sprecano. La rabbia è tanta. Eppure la soluzione non è affatto rapida né indolore.

L’asta del 15 marzo 2019

Nel 2010 vengono nominati i liquidatori ma dovranno passare nove anni prima che possa concludersi la procedura fallimentare. Intanto, la Procura di Pavia nel 2017 contesta ai vertici della società una frode da 20 milioni di euro. Fabio Aschei viene processato per bancarotta fraudolenta, per distrazione di beni e documenti, mentre il fratello Giulio patteggia. Un anno dopo, l’accusa di bancarotta per distrazione di fondi da bilanci della riseria viene derubricata da bancarotta documentale a bancarotta semplice. Viene dichiarata la prescrizione e Fabio Aschei è assolto. Intanto, la procedura fallimentare fa il suo corso, fino all’assegnazione della Riseria Europea. Avviene il 15 marzo di quest’anno e immediatamente si rincorrono molte voci. Due in particolare. Che all’asta hanno partecipato in pochi. Che il valore di assegnazione è stato – ovviamente – più basso del valore commerciale delle apparecchiature presenti nello stabilimento, le quali, a detta di alcuni che dovrebbero saperla lunga, sono perfettamente funzionanti. Ovviamente, anche queste voci meritano di essere prese con le molle. Noi ci atterremo ai fatti. Autore: Paolo Viana (la terza puntata sarà pubblicata domani)

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