Alcuni lettori ci chiedono se le “casette” per i pipistrelli del progetto YesBat! rappresentino un rischio per la salute umana. Nessuno può affermarlo e nessuno può escluderlo, ma questo non significa aprire la caccia al pipistrello. Iniziamo quindi col dire che i pipistrelli non sono le nuove nutrie. Perchè allora ce ne occupiamo? Perché sono decine le bat-box distribuite in risaia nell’ambito del progetto Yesbat!, promosso dal CNR e finanziato dalla fondazione Barilla, con il quale si cerca di rendere sempre più sostenibile la risicoltura, ma sono anche di più quelle dislocate a pochi chilometri da Milano, nei territori del Parco del Ticino che si affacciano sulla Lomellina. La prospettiva che proprio in questo momento vi sia un’area di ripopolamento per pipistrelli alle porte della città più colpita dal Coronavirus pone ovviamente degli interrogativi.
Scienza contro Scienza
La scienza ha dimostrato che il Covid 19 è passato dal pipistrello all’uomo. Lo attestano diversi studi (leggi l’articolo), anche se il progetto Yesbat! non riconosce le responsabilità dei chirotteri nell’origine della pandemia (Scrive la responsabile scientifica: Ad oggi, tuttavia, nei pipistrelli non sono state identificate varianti di questi virus che siano certamente capaci di legarsi efficacemente ai recettori umani e si ritiene improbabile che l’epidemia in corso, e in passato la SARS, siano state causate da un passaggio del virus da pipistrello a uomo… leggi l’articolo). La questione è ovviamente complessa: da un lato vi è chi lavora per la tutela di un animale protetto dalle leggi internazionali e che si è trovato implicato nella diffusione del coronavirus; dall’altro vi è chi lavora per contenere la pandemia e si interroga – come hanno fatto alcuni agricoltori segnalandoci il caso – se la presenza di “ospiti” elettivi del coronavirus possa essere pericolosa.
Noi stiamo con la risicoltura
Al centro, dal nostro punto di vista, c’è la risicoltura, che deve continuare il suo percorso di sostenibilità ma con tutte le garanzie richieste in questo periodo particolare, per non pagare la leggerezza di altri. E’ fin troppo evidente che, nella malaugurata ipotesi di un contagio in un’area così vicina a Milano, l’immagine della risicoltura sarebbe pesantemente compromessa. Abbiamo chiesto pertanto al Parco del Ticino e ai responsabili del progetto Yesbat! se siano previste speciali azioni di monitoraggio sanitario, alla luce dell’emergenza in corso, delle specie ospitate nelle nostre campagne ma al momento entrambi non hanno saputo darci informazioni su questo punto. Poiché in ogni caso questo controllo non competerebbe a loro poniamo pubblicamente la domanda alle autorità sanitarie (Regione Piemonte e Regione Lombardia): esiste un controllo specifico delle aree di ripopolamento dei pipistrelli alla luce dell’emergenza Covid 19? Autore: Paolo Viana