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CHE FINE HA FATTO LA PAC?

da | 23 Mar 2016 | NEWS

affitto

SOLDI3Che fine ha fatto la Pac? Il Veneto ha sbloccato i pagamenti – a detta dell’assessorato regionale – ma dal Piemonte continuano a giungere notizie incerte. Secondo l’Unione agricoltori di Vercelli e Biella, alcune aziende piemontesi, a novembre dell’anno scorso, hanno incassato un acconto sulla Pac 2015 (domanda unica) ma a tutt’oggi non è ancora stato erogato il saldo domanda unica 2015, che è pari al 100% del pagabile (titoli base, più greening) per le aziende che non hanno ricevuto il primo acconto (in genere perché sottoposte a controllo) e al 30% del pagamento base più il 100% del pagamento greening per tutte le altre; oltre agli aiuti accoppiati, naturalmente, come quello per il riso. «Questo stato di cose mette in seria difficoltà le imprese agricole – dicono all’Unione – già alle prese con una grave crisi di mercato. L’Unione europea, a fine febbraio, ha autorizzato l’Italia ad erogare fino al 93% degli importi totali Pac 2015 anche in assenza della comunicazione dei titoli definitivi. In Piemonte però quest’anno si è dovuto effettuare il “refresh” delle foto GIS su base delle rilevazioni 2015. Attualmente i dati del refresh sono stati caricati a sistema e ora il CSI (Consorzio per i Sistemi Informativi) sta procedendo con le verifiche della rispondenza tra le superfici richieste e quelle rilevate. Confagricoltura si è già attivata nei confronti dell’organismo pagatore Arpea, il quale conferma il ritardo nei pagamenti a causa del “refresh” 2015. Inizialmente si era ipotizzato il pagamento a fine marzo, ma il protrarsi delle pratiche di aggiornamento dati farà ancora slittare la data, probabilmente alla metà di aprile, quando anche i titoli Pac saranno calcolati in modo definitivo. Una situazione d’emergenza che viene stigmatizzata anche da Coldiretti Piemonte: “Serve un’azione immediata che sblocchi i pagamenti alle circa 40 mila imprese piemontesi che attendono di ricevere quanto dovuto – dice Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – L’importo atteso è di circa 250 milioni di euro, fondamentali per la sopravvivenza delle imprese e del conseguente indotto”. (22.03.2016)

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