Si chiude la settimana di mercato con il terzo listino invariato degli ultimi giorni. La commissione prezzi di Mortara conferma così quanto avvenuto nelle borse di Novara, Milano e Vercelli (leggi). Tuttavia, qualcosa in sala di contrattazione è cambiato.
LA DOMANDA SI BLOCCA CARTELLI
La maggior riflessività della domanda registrata nelle ultime sedute pare essersi acutizzata ancor di più nella mattinata di ieri. Gli operatori riferiscono una quasi totale assenza di richieste da parte dell’industria, con rare eccezioni. L’offerta pare aver recepito la difficoltà a vedere numeri migliori di questi per la campagna in corso. Sembra, al contrario, maggiormente predisposta alla vendita. Questo maggiore squilibrio rispetto alle scorse sedute si concretizza in prezzi allo scambio che faticano a raggiungere le quotazioni massime a listino.
La buona notizia è che il contesto non è ancora tale da portare deprezzamenti ufficiali, con quotazioni che si presentano anche esenti da diciture. Ciononostante diverse voci a listino rischiano prossimi passi indietro. Ancor di più in seguito ad una seduta di borsa in cui si verifica contemporaneamente uno stop degli acquisti da parte dell’industria e una crescita del risone messo sul mercato dai risicoltori.
QUANTO RISO TRAFERITO AD OGGI?
Nell’ultimo numero di RisoNews, il settimanale sui numeri pubblicato da Ente Risi, si nota una buona settimana in quanto a merce trasferita, al contrario di quanto visto negli scambi. Sono stati prelevati dai magazzini dei risicoltori 32.441 tonnellate di risone, un valore al di sopra della media abituale di annata pari a circa 30.000. Tale valore ci porta a 359.764 tonnellate ritirate da inizio campagna, un dato positivo rispetto a quello visto nella scorsa annata (+15%) ma in deciso calo rispetto a due anni fa (-25%).
La situazione migliore è quella di lunghi B, con numeri molto vicini anche a quelli di due anni fa. Ciò sappiamo essere dovuto alle maggiori difficoltà di approvvigionamento dall’estero, in seguito al blocco delle esportazioni dell’India ed alla conseguente crescita dei prezzi nei paesi asiatici. Tale tesi è avvalorata dal crollo nelle importazioni riportato nel documento emesso dall’Ente. Esso propone un -40% causato totalmente dal brusco calo nelle importazioni dal Myanmar. Il contesto peggiore è quello dei lunghi A. Per le varietà da export il trasferito è simile a quello di un anno fa, dato comunque negativo rispetto a due anni fa. Per il mercato interno il dato è drammatico, -8% rispetto al già numericamente negativo 2022 e -27% rispetto al 2021. Autore: Ezio Bosso.
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