La Provincia Pavese oggi ha pubblicato la prima intervista di Paolo Carrà in veste di presidente dell’Ente Nazionale Risi, dopo la firma del decreto da parte del Presidente della Repubblica. Il tema centrale della chiacchierata tra Carrà e il giornalista Umberto De Agostino (foto piccola) è l’import: il presidente dell’Ente Risi (a sinistra, nella foto grande, mentre riceve la pannocchia d’oro) accusa l’Unione Europea di essere «miope e distante dalla realtà della risicoltura» e dice che se non ci sarà un’inversione di tendenza, l’Italia perderà il primato della risicoltura continentale. Il ragionamento parte dall’impennata delle importazioni dai Pma: «Stiamo parlando di più del 23% di importazioni dai Paesi meno avanzati nella campagna 2014-2015 rispetto alla precedente, di 80mila tonnellate a dazio zero dal Vietnam, dei negoziati con Thailandia e India alle porte. Non dimentichiamoci poi il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (Ttip) con gli Stati Uniti, che prevede altre concessioni per il riso. Questo è il contesto che sta vivendo la risicoltura italiana. Di questo passo perderemola leadership europea con ripercussioni sull’intero sistema risicolo nazionale» dice, accusando Bruxelles di essere «da tempo distante dalla realtà e miope alle evidenze». Carrà accusa la delegazione europea Ue nella trattativa con il Vietnam di lavorare «su elementi statistici errati. Sarebbe però sbagliato – avverte – addossare la colpa ai funzionari comunitari. Quello che serve è una forte azione di alto livello politico a Bruxelles, cercando alleanze con gli altri Stati membri. Serve un maggior controllo, serve una vera indagine sulle presunte triangolazioni, come emerso dalla stampa cambogiana, serve porre limiti maggiori a quanto importato. A difesa dell’Unione Europea, il nuovo progetto di promozione dei prodotti agricoli va nella giusta direzione». (31.10.2015)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.