«Quando ero ragazzo, le varietà che si coltivavano erano Europa, Lido, Sant’Andrea, Roma, Baldo e poche altre. Oggi si registrano almeno sette varietà ogni anno. Come si fa a stargli dietro?» Paolo Carrà fa il risicoltore ma anche il commissario dell’Ente Nazionale Risi, prima ancora ha fatto il presidente e vorrebbe tornare a essere tra alcuni mesi il presidente di questo ente pubblico economico. Al momento è l’unico candidato e il suo curriculum è al vaglio delle commissioni parlamentari. Ha la nomina in tasca, insomma, e infatti inizia a tracciare la rotta del “nuovo” Ente Risi. Partendo dalla riforma della legge sul mercato interno, quella del 1958, che istituì classi e griglie e che adesso il governo vuol rendere ancora più restrittiva (cfr. http://www.risoitaliano.eu/accordo-sulla-riforma-del-mercato-interno/)
Carrà ne parla con Dario Bressanini e Beatrice Mautino, gli autori di “Contro Natura”, il libro edito da Rizzoli su Ogm, bio e altre polemiche agroalimentari. ecco come la pensa il presidente-commissario-(forse)presidente: «Questa soluzione – dichiara nel libro – accontenta tutti. L’agricoltore e soddisfatto perché può coltivare un prodotto agronomicamente più valido e il consumatore si trova rassicurato da un nome che riconosce». Insomma, tutti contenti. Ma proprio tutti. Sicuramente i vertici delle organizzazioni agricole, le quali hanno accettato la bozza che abbiamo divulgato. Compresi i sementieri, che nel libro dichiarano la loro insoddisfazione («fuori dall’Italia sarebbe frode in commercio» indicare sulla scatola il nome della varietà capogruppo e non quello della varietà realmente inscatolata, fa notare Massimo Biloni)
Carrà dunque difende a spada tratta la “sua” riforma (nel senso che l’Ente Risi l’ha scritta, in qualità di organismo tecnico) che secondo gli autori del libro condurrà a una «situazione ancora meno trasparente, per il consumatore, di quella attuale»; Bressanini e Mautino, riportando il contenuto della bozza diffusa da Risoitaliano, riferiscono anzi che «le griglie saranno ridotte e bloccate alle sei tradizionali» e «le varietà ammesse in griglia dovranno obbligatoriamente chiamarsi col nome di riferimento del proprio gruppo. Il Karnak e tutte le altre decine di varietà in griglia non potranno più essere vendute come tali a meno di non uscire dalle griglie e cercare di conquistare il mercato da sole. Tutto il resto potrà essere miscelato e venduto come Tondo, Medio, Lungo A e Lungo B secondo la classificazione commerciale europea».
A Carrà invece piace. Piace a tal punto al presidente-commissario-(forse)presidente che sogna un mondo a misura di Carnaroli. E annuncia in “Contro Natura” il suo piano strategico: «Negli Stati Uniti hanno brevettato il marchio “Arborio Rice” che non contiene ne Arborio ne Volano, ma una loro varietà. A me, per esempio, piacerebbe che l’Ente Nazionale Risi brevettasse il “Carnaroli Rice”, un riso da risotti pensato per il mercato mondiale». (Nella foto grande, a sinistra, Paolo Carrà ritira la pannocchia d’oro) (08.05.2015)