Il riso italiano è in pericolo e la politica non risponde. Mentre aumentano, seppur lievemente, le importazioni del cereale semilavorato e lavorato da Paesi meno avanzati e l’iter per ottenere la clausola di salvaguardia che porterebbe al ripristino dei dazi doganali e a un ridimensionamento dell’import, è ancora lontano da una svolta. Lo sottolinea stamane – con un’intervista – il presidente uscente (e probabilmente rientrante) dell’Ente Risi Paolo Carrà (foto piccola) sulla Stampa, nell’edizione di Vercelli. Per noi non è una sorpresa, purtroppo. Va detto che anche se quando Risoitaliano metteva in evidenza i rischi di perdere tempo e di fidarci troppo delle rassicurazioni del governo sul dossier Cambogia venivamo tacciati – in pubblico e nell’ambito di riunioni ristrette – di «fare gossip» e lavorare contro gli interessi della filiera. Prendiamo atto che un’informazione documentata corretta non è mai contro il libero mercato e leggiamo sul quotidiano che «da settembre 2014 a febbraio 2015 le importazioni di riso semilavorato e lavorato da Cambogia e Nyanmar (la ex Birmania in realtà si definisce Myanmar; ndr) risultano in aumento del 3% rispetto allo stesso periodo della campagna 2013/2014. Solo nel mese scorso le cifre indicavano invece un andamento stabile dell’import, sempre in riferimento agli ultimi 5 mesi. Ancora una volta i dati più eclatanti arrivano dal Nyanmar, le cui importazioni in Italia corrispondono al 19% del totale, che risultano del più 188% rispetto all’anno scorso. Le tonnellate di riso semilavorato, confrontate con dodici mesi fa, passano da 8.804 a 25.350 tonnellate. Le importazioni dalla Cambogia, che coprono il 78% delle importazioni dai Paesi meno avanzati, evidenziano un calo dell’11% rispetto a un anno fa, essendo passate da 115.219 a 102.084 tonnellate». Ecco cosa dice Carrà: «Un salto così elevato per il riso del Nyanmar – spiega il presidente di Ente Risi, Paolo Carrà (sospettiamo che anche in questo caso – è dovuto al fatto che finora questo Paese non ha potuto esportare il proprio prodotto. I dati appena arrivati dalla Comunità europea attestano come il pericolo, per il mercato risicolo nazionale, continua ad esserci: rispetto al passato la superficie di riso Indica, salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, si ridurrà». Sul fronte della clausola di salvaguardia, «ci sono stati degli incontri e stiamo seguendo costantemente la situazione – continua Carrà – ma i risultati non arriveranno nel breve periodo. Ormai questa non è più una questione tecnica, ma politica».
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.