Nuova seduta di borsa senza l’emissione del bollettino in quel di Mortara, per mancanza del numero legale di commissari presenti come avvenuto due settimane fa. Nella prima settimana completa dopo le festività il ritmo di ritiro della merce è tornato su livelli standard (29.712 tonnellate), non più al di sopra della media come avvenuto dopo Pasqua. Anche allo scambio la domanda si mostra tiepida, con un interesse focalizzato su alcune varietà.
NON SI CONFERMA IL CALO DI CARNAROLI E SIMILARI
Nel bollettino di Milano, pubblicato mercoledì mattina, si conferma l’approdo dei lunghi A da parboiled a 50 €/q lordi, qui corredato da una crescita simile dei medi generici, piccolo gruppo merceologico destinato ad un mercato pressoché sovrapponibile. I tondi generici non mostrano variazioni, essendo già quotati in parte a 40 €/q lordi al minimo della voce Balilla e Centauro. Questo è il gruppo per il quale si registrano meno scambi. L’industria è poco interessata all’acquisto, consapevole di disponibilità elevate, e l’offerta alla vendita, alla luce di un prezzo che rischia di costituire una perdita. Stabili gli altri tondi ed i lunghi B, quest’ultimi sempre i più richiesti dalle riserie a 55 €/q lordi.
Nessuna novità anche per la valutazioni dei risi da risotto e degli altri lunghi A a granello grosso. Non si confermano nel capoluogo lombardo i passi indietro del gruppo Carnaroli, proposti martedì a Vercelli. Forse per quanto ravvisato nell’ultima analisi (leggi) in relazione ad un probabile investimento di superficie in calo per il comparto. Gran parte delle varietà più coltivate in griglia, come Leonidas CL, CL 44 e Caravaggio, sono caratterizzate da cicli tardivi, dopo il 10 maggio da seminare a proprio rischio e pericolo anche in acqua. Le difficoltà recenti nella preparazione dei letti di semina, scaturiti dalle continue piogge, potrebbero aver così ridimensionato la superficie destinata a questi risi.
SERVE UN RISOTTO PIÙ AUTENTICO E SEMPLICE
In prospettiva dunque l’offerta potrebbe essere meno elevata del previsto ma oggi la disponibilità trasferibile continua ad essere decisamente abbondante. All’ultima rilevazione proposta da Ente Risi (vedi) la rimanenza di varietà da interno è la più alta vista negli ultimi 3 anni e risulta composta per il 40% circa da Carnaroli e similari. Altro dato che sottolinea l’offerta maggiore ed il collocamento in difetto è relativo alla percentuale di trasferito rispetto al raccolto, per Carnaroli pari al 66%. Questo è il valore più basso di tutta la tabella, insidiato solamente dai tondi generici, l’altro comparto in difficoltà sul mercato.
Appare chiaro che per il riso maggiormente caratterizzante della risicoltura italiana il momento sia complesso. I consumatori acquistano meno risi da risotto in generale ma ancor meno Carnaroli. Ciò anche a causa di un prezzo premium rispetto ai principali competitor non sempre legittimato al momento del consumo. Importante in questo senso il recente avvicinamento tra Airi e Basf (leggi), nel quale gli industriali hanno chiesto ai principali stakeholder dei mezzi produttivi nella risicoltura nazionale di sviluppare varietà da risotto il più possibile vicine alle caratteristiche qualitative del capostipite per ogni griglia. Come affermato nelle ultime analisi, utile sarebbe rendere anche più rapida e semplice la preparazione del risotto, alla luce di scelte dei consumatori presso la Gdo sempre più in questa direzione, che hanno contribuito a rendere Basmati il riso più venduto sugli scaffali nazionali. Autore: Ezio Bosso.
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