La Commissione europea ha definito la proposta di regolamento per l’istituzione di un primo quadro volontario di certificazione di carbonio trattenuto nei terreni. Nel 2020 il mercato del carbon farming ha riguardato circa 190 milioni di tonnellate di C02. Quantità che si punta a moltiplicare di 15 volte entro il 2030.
Confagricoltura ha accolto favorevolmente l’intenzione di creare un mercato regolamentato, basato sullo scambio delle quote stoccate di carbonio, condividendo gli obiettivi che si pone il regolamento, che sono quelli di quantificare, monitorare e verificare il risparmio in atmosfera di questo elemento.
I CONTENUTI DELLA BOZZA
Tra le parti della bozza di regolamento giudicate più interessanti vi sono la previsione di norme per la verifica indipendente della veridicità dei crediti emessi e per l’indicazione di sistemi di certificazione attendibili e conformi al quadro UE e i riferimenti al Fondo per l’innovazione, al Fondo di sviluppo regionale, al programma LIFE e al programma Horizon Europe, quali fonti di finanziamento delle attività di carbon farming, che non devono sottrarre fondi alla Pac.
VANTAGGI ANCHE PER L’ARBORICOLTURA
Positivo è anche il riferimento al riconoscimento della capacità di stoccaggio dei materiali legnosi, un aspetto questo che sostiene il ruolo che le aree boschive e forestali possono avere nell’attività di carbon farming. Le foreste italiane, infatti, assorbono ogni anno circa 40 milioni di tonnellate di C02, una quantità che supera di circa 10 milioni di tonnellate le emissioni totali del settore agricolo ed è pari al 10% circa di tutti i gas a effetto serra emessi nel nostro paese. Autore: Confagricoltura
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