OBIETTIVO INNOVAZIONE IRRIGUA
L’innovazione deve abbracciare tutti i settori, è la sfida del futuro per rendere il nostro comparto agricolo resiliente al cambiamento, più sostenibile e produttivo nonché attrattivo per un consumatore sempre più attento anche all’impronta ecologica dei cicli produttivi. Quindi dobbiamo parlare anche di innovazione irrigua oltre al riso anche per le colture “competitive” dal punto di vista idrico: bene il richiamo nel documento anche al tema della mais coltura che per la Lombardia zootecnica non può non rimanere centrale ma che deve essere accompagnata verso l’innovazione. Nel prossimo Psr rinnoveremo le misure a questo finalizzate, cercando di renderle più attrattive ma allo stesso tempo dobbiamo continuare a batterci affinché l’aiuto del Psr sia cumulabile con il credito di imposta. Serve uno sforzo maggiore se crediamo che l’innovazione irrigua sia un obiettivo di politica agricola, e io personalmente lo credo.
PIANO LOMBARDIA
Sugli interventi alla rete irrigua, ovviamente si può sempre fare di più, ma la Regione Lombardia ha investito proprio lo scorso anno con il “Piano Lombardia” oltre 30 milioni di euro per sistemare canali e infrastrutture irrigue. Solo che l’acqua fa notizia solo quando non c’è, ma serve lavorare di sistema proprio quando l’urgenza sembra meno pressante. In questo senso il rapporto con i consorzi di bonifica è ottimo e continueremo con investimenti e miglioramenti.
Su questo tema è fondamentale però un cambio di passo. Siamo di fonte alla necessità di una nuova epopea di infrastruttutrazione irrigua del territorio per affrontare un’epoca diversa in termini di disponibilità di acqua per l’agricoltura. Mi riferisco al tema della costruzione di invasi per accumulare acqua anche in pianura, attraverso opere di bacinizzazione. Per fare questo non serve solo la volontà politica (Regione Lombardia si è già dotata di una legge per incentivare recupero delle ex cave come bacini irrigui), non solo parecchie risorse (ne abbiamo già finanziati alcune), ma soprattutto procedure autorizzative rapide, che superino le lungaggini tipiche di opere pubbliche con ricadute di carattere ambientale. Serve la logica del “ponte Morandi”, burocrazia zero, se vogliamo realmente procedere a dare risposte rapide al territorio.
LA SOMMERSIONE VA DIFESA
Mi piace poi l’idea di difendere la sommersione: da molti ambientalisti da salotto è indicata come pratica che spreca acqua e come tale da accantonare. No, non è così. La sommersione ricarica la falda e contribuisce ad arricchire la biodiversità che rende unica la nostra pianura. Dobbiamo stare molto attenti a queste fake news che si diffondono ciclicamente sui social. Noi “addetti ai lavori” magari diamo per scontate alcune cose, ma nel grande pubblico queste notizie rischiano di fare breccia. Per questo è fondamentale giocare d’attacco, ripetere in continuazione i benefici anche ambientali dell’agricoltura e l’importanza della pratica agricola per il nostro paesaggio.
Senza deviare ulteriormente il discorso, dobbiamo fare una riflessione seria su semine anticipate e sommersioni invernali, anche alla luce del prossimo Psr. Stiamo già studiando la fattibilità a livello tecnico ed è un percorso che voglio intraprendere condividendolo con le associazioni di categoria. Sappiamo che a livello comunitario troveremo degli ostacoli, ma non sono certo quelli a spaventarci. La tutela della patria mondiale del riso di qualità è una partita troppo importante. E vogliamo vincerla». Leggi https://www.risoitaliano.eu/ecco-cosa-fare-contro-la-siccita/