Non solo ci sarà meno neve e meno acqua nei canali in futuro. Nel convegno “I mutamenti climatici e l’agricoltura. Come gestire e risparmiare le risorse idriche” promosso da Cia-Agricoltori Italiani Lombardia il 27 ottobre, nell’ambito della Fiera di Cremona Claudio Gandolfi, docente dell’Università di Milano, ha evidenziato come il cambiamento climatico è oggettivo dicendo: «I dati dimostrano come si assista a un anticipo degli afflussi d’acqua in primavera e autunno e a portate basse in estate». Poi, rispondendo alla domanda “quali sono gli adattamenti che il comparto risicolo deve apportare per migliorare la gestione delle acque, nell’ottica di una diminuzione della disponibilità?”, ha dichiarato: «La variazione della disponibilità riguarda più le tempistiche che le quantità, meno precipitazione nevosa e uno scioglimento precoce del manto fa si che vi sia più disponibilità nei periodi primaverili e meno in estate. In generale comunque vi sarà l’apparenza di una diminuzione, anche perché l’aumento della temperatura causa una maggiore evapotraspirazione e quindi una maggiore richiesta. La situazione evolverà in questa direzione, sia dal punto di vista climatico che idrico, per questo bisogna migliorare la gestione in ogni ambito. Lo sforzo deve essere esercitato in cooperazione tre tutti i gestori e gli utilizzatori delle nostre acque, si deve puntare ad un utilizzo più efficiente migliorando la regolazione del lago Maggiore, la gestione dei canali da parte dei consorzi e l’utilizzo in campo ad opera degli agricoltori, evitando sia sprechi che, ovviamente, qualsiasi inquinamento non necessario».
Esplorare nuove tecniche nella gestione irrigua
A livello pratico, ha aggiunto, «bisognerebbe migliorare la comunicazione tra le varie parti e continuare ad investire negli ambiti di ricerca, alcuni dei quali si stanno già studiando, nell’ottica di un miglioramento del sistema che, ripeto, deve essere integrato tra le parti. Le disponibilità idriche diminuiranno ma rimarranno comunque buone nelle nostre zone, per non compromettere ulteriormente la situazione dobbiamo dunque cercare di gestirle in tutti i modi, contemplando anche impostazioni agronomiche diverse da quelle tradizionali, come la microirrigazione o la sommersione invernale (utile per mantenere la falda carica). Noi ad esempio abbiamo provato a sperimentare un dispositivo per il controllo della paratoia di una bocchetta, lo abbiamo testato anche in risaia, capendo però che il vantaggio più grosso lo si avrebbe più a monte, nei canali ad esempio, con questa tecnologia. Essa permetterebbe di avere il livello, e dunque la portata, costante che si regola automaticamente in funzione dell’afflusso d’acqua. Per anni ci siamo permessi di utilizzare le stesse tecnologie nella gestione irrigua, è giunto il momento di ottimizzare anche quest’ambito cooperando verso un utilizzo più responsabile». Autore: Ezio Bosso