Il report dell’Osservatorio Ismea sull’accesso al credito agricolo (dati giugno 2022), mette in evidenza come, secondo le informazioni della Banca d’Italia, a livello nazionale il credito concesso al sistema produttivo nel suo complesso (esclusi i pronti contro termine, ma incluse le sofferenze), a giugno 2022 è diminuito dello 0,2% su base annua.
IL CREDITO DEGRADA PIU’ IN AGRICOLTURA
Per il settore primario, invece, lo stesso stock a giugno 2022 risulta diminuito dello 0,4% su base annua. Il credito richiesto dalle imprese agricole per investimenti, che a differenza del precedente contiene i soli prestiti in bonis, dopo aver chiuso il 2021 con un -3,4%, ha segnato un -7,5% a giugno 2022, trend negativo dovuto soprattutto alla flessione del credito finalizzato alla costruzione di fabbricati rurali (-15,7% nel 2021 e -22% a giugno 2022).
Per l’acquisto di macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto invece, dopo un +4,4% a fine 2021, si è registrato un calo dello 0,5%; resta stabile il dato per l’acquisto di immobili rurali, terreni inclusi (+0,4% sia nel 2021 che a giugno del 2022). L’acquisto di macchinari e attrezzature resta la principale destinazione dei prestiti oltre il breve termine del settore primario, sia nel 2021 (40%), sia nel primo semestre del 2022 dove ha rappresentato il 43% dell’ammontare totale.
AGRICOLTURA: CLASSIFICA DEL CREDITO TRA REGIONI
Le prime quattro regioni per rilevanza degli stock di prestiti, in bonis e non, ne rappresentano il 53,9% del totale nazionale. La Lombardia da sola detiene una quota pari a quasi il 19% (18,9%), seguita da Emilia-Romagna (13,3%), Veneto (12,9%) e dalla Toscana, con l’8,8%. Se poi si aggiungono anche Piemonte (8,3%) e Trentino-Alto Adige (6,7%), si arriva a rappresentare con le prime sei regioni per rilevanza quasi il 70% (68,9%) del totale nazionale.
LE DIFFICOLTA’ NON MANCANO
Dal Piano Strategico approvato si evince che la situazione generale di partenza è contrassegnata da un progressivo deterioramento del credito agricolo di medio-lungo termine e, di conseguenza, da un assottigliamento dei prestiti volti a sostenere gli investimenti. L’accesso al credito è ancora un fattore restrittivo per le imprese del settore, limitandone le possibilità di crescita. In aggiunta, la dimensione delle imprese agricole, agroalimentari e forestali italiane dal punto di vista economico, finanziario e patrimoniale resta in molti casi troppo ridotta per sostenere il costo di investimenti in processi innovativi. Ecco perchè per tale segmento di imprese l’accesso al credito non è un volano ma un vero e proprio vincolo.
CHI ATTUA GLI STRUMENTI FINANZIARI?
In questo contesto, si stabilisce che il ricorso agli strumenti finanziari può essere attivato da tutte le 21 Regioni e Province autonome. Quelle che hanno manifestato l’intenzione di attivare strumenti finanziari nel corso dell’attuazione del PSP sono Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Puglia, Sicilia e Toscana. Per ora, tuttavia, il ricorso a tali strumenti è stato previsto solo da Abruzzo e Friuli Venezia Giulia, dove è possibile essere operativi già a partire dal 2023. Gli interventi nell’ambito dei quali è concesso il sostegno sotto forma di strumenti finanziari, sono interventi di investimento, e vengono riportati tutti i dettagli all’interno del report. (Fonte Ruminantia) Scarica il rapporto integrale Credito_agricolo