Alessandro Manzoni, nel capitolo IV dei Promessi Sposi, cos descrive con grande mestizia gli aspetti pi miseri della vita, "la fanciulla scarna, tenendo per la corda al pascolo la vaccarella magra stecchita, guardava innanzi e si chinava in fretta a rubarle, per cibo della famiglia, qualche erba, di cui la fame aveva insegnato che anche gli uomini potevan vivere." Questo quadro ha rappresentato lo squallore della vita contadina dei secoli passati ma oggi le cose non stanno pi cos. Anche grazie al riso. L’abbondanza di cibo e la voglia di tornare ad un mondo dove i valori naturali suscitano un fascino irresistibile sono un forte richiamo a un passato che ci spinge, quando ci possibile, a ripercorrere quei pochi prati stabili che l’agricoltura intensiva ancora ci riserva, le rive dei fossati, le siepi residue e quel ricco sottobosco ceduo che nel nostro vagabondare festivo abbiamo scoperto e confidato gelosamente solo a qualche amico. Sono diventati rari i fruttivendoli che offrono mazzetti di erbe raccolte a mano e spesso camuffano in caratteristiche confezioni erbe coltivate. Nei prati possiamo allora trovare il prezioso Tarassaco noto come Dente di Leone o Soffione, la Cicoria (Cycorium Intybum), il radicchio di campo di cui in tempo di guerra si usavano, oltre le foglie, anche le radici a fittone essiccate, tostate e macinate insieme all’orzo per fare un surrogato di caff. Lungo i fossi poi cresce ancora la Rucola selvatica. Sempre nei luoghi umidi occhieggiano con i loro spavaldi fiori gialli i Topinambur e con i bellissimi fiori azzurri fra le foglie lanceolate i Lampascioni, cipollotti amari e aromatici. Risalendo dalla pianura verso la fascia pedocollinare nelle siepi possibile incontrare l’Humulus Luppulus della famiglia delle Urticacee i cui germogli pregiati sono noti come Bruscansi. Tutti ottimi ingredienti per un risotto prelibato e… economico! Cos come due piante della famiglia delle Liliacee cui fanno parte, tra l’altro, l’aglio, la cipolla, il porro e l’asparago: nei terreni boschivi e talvolta lungo le rive dei fiumi si possono raccogliere la Sparagina (Asparagus Acutifolius – genere Asparagus) e il Pungitopo o Candelina (Cuscus Aculeatus – genere Ruscus). Sono due piante rizomatose che fioriscono in aprile – maggio. La Sparagina una pianta erbacea alta 40-150 cm, pluriennale con rizoma orizzontale strisciante con radici fascicolate (zampe d’asparago). Vengono consumati i germogli, particolarmente sapidi e teneri, alla stessa maniera dei normali asparagi. Il Pungitopo una pianta sempre verde con un grosso rizoma strisciante con foglie ridotte a squame membranose. Il frutto una bacca rossa globosa.
IL RISO E’ SOST
Presentati i risultati della sperimentazione Risosost