Condizioni climatiche avverse, alti costi di produzione, concorrenza sleale da parte delle importazioni, mancanza di soluzioni efficaci per affrontare parassiti e malattie, danni record da parte della fauna selvatica e aumento dei furti nelle aree rurali. Queste ultime sono le cause della perdita di produzione denunciata dall’Associazione Valenciana degli Agricoltori (Ava-Asaja). L’Associazione ha quantificato in 400 milioni di euro le perdite nel settore agricolo della Comunità Valenciana nel 2023.
LE DICHIARAZIONI DI AGUADO CONTRO BRUXELLES
Il presidente Cristóbal Aguado, chiede a tutte le amministrazioni un piano d’urto, con diversi anni di anticipo, per garantire la redditività dell’agricoltura: «I politici di Bruxelles sono come la banda di musicisti che suona sul Titanic mentre l’agricoltura mediterranea, che è la nave, sta affondando per non essere più una preoccupazione per loro. Noi non siamo una preoccupazione, siamo la soluzione. E abbiamo bisogno che le amministrazioni si impegnino di più per fornire una copertura assicurativa agricola completa, portare trasparenza nella catena alimentare, rivedere gli accordi commerciali, promuovere la ricerca che permette colture più adatte ai cambiamenti climatici e soluzioni efficaci contro parassiti e malattie, incentivi per concentrare le aziende agricole e recuperare i terreni abbandonati». LEGGI L’ARTICOLO!
RECORD PER GLI INDENNIZZI
Per il secondo anno consecutivo, il cambiamento climatico ha creato scompiglio. Tuttavia, nel 2023 le richieste di indennizzo agricolo in Spagna hanno battuto il record di sempre con 1.300 milioni di euro (il 60% in più rispetto al 2022) di indennizzi Agroseguro. Ava-Asaja porta a 170 milioni di euro le perdite dirette dovute a cause climatiche nella Comunità valenciana.Siccità, alte temperature e grandinate sono alcune delle inclemenze più estreme che hanno causato perdite di raccolto rispetto alla media degli ultimi anni: il riso ha perso il 15%. In un contesto di inflazione, in cui i prezzi dei prodotti alimentari hanno subito un aumento del 9% su base annua, l’aumento generalizzato dei prezzi alla produzione non ha permesso, nella maggior parte dei casi, di compensare questo calo di produzione.A ciò si aggiunge la copertura dei costi di produzione, che sono rimasti straordinariamente alti, il 30% in più rispetto a prima della guerra.
EFFETTO DELLA FAUNA SELVATIVA E DELLA GESTIONE FITOSANITARIA
La soppressione sistematica dei materiali fitosanitari attivi e la generazione di resistenze hanno continuato a ostacolare la lotta contro malattie e parassiti, come la pyricularia nel riso.La sovrappopolazione della fauna selvatica, in particolare dei cinghiali, ha portato i danni all’agricoltura a 50 milioni di euro, il 25% in più rispetto al 2022.