La Commissione europea non scopre le sue carte sulla revisione del regolamento 978 che norma le concessioni tariffarie ai Pma e la sensazione che Bruxelles tenti di prender tempo di fronte alle pressioni italiane cresce. Lo denuncia l’europarlamentare Angelo Ciocca che invoca la mobilitazione dei risicoltori. Ciocca ha interrogato la Commissione e ci ha fornito la risposta che ha ricevuto. Nella risposta vi è un riferimento interessante e cioè che, diversamente da quanto affermato dall’Ente Risi, la Commissione potrebbe presentare la sua relazione sulla revisione del regolamento entro il 31 dicembre.
«Il regolamento (UE) n. 978/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, relativo all’applicazione di un sistema di preferenze tariffarie generalizzate, prevede –all’articolo 40 – che la Commissione presenti al Parlamento e al Consiglio una relazione sull’applicazione di tale regolamento – ha interrogato Ciocca -.A marzo è stata aperta una consultazione pubblica di valutazione intermedia del regime generalizzato delle preferenze dell’UE (SPG), che si è conclusa nel mese di giugno; i risultati della consultazione sono riportati nel documento pubblicato sul sito della DG TRADE e dovrebbero, tra l’altro, fornire indicazioni per la relazione di novembre. Tuttavia, il documento – di 315 pagine – offre analisi generali e non peculiari in riferimento ai diversi ambiti del settore primario, proponendo dati aggregati che non esprimono, per esempio, le criticità degli attori italiani del settore risicolo rispetto alla continua invasione di prodotto asiatico o la necessità degli stessi di poter usufruire di strumenti di salvaguardia che abbiano criteri di accesso meno penalizzanti di quelli attuali. Considerando quanto detto, può la Commissione riferire su quali dati intende impostare la relazione sull’applicazione del regolamento (UE) n. 978/2012? Intende la Commissione approfondire i risultati della consultazione pubblica con gli operatori del settore e con il Parlamento europeo prima della relazione di novembre?»
Ecco, di rimando, la risposta della Commissione europea: «I documenti preparati dalla società di consulenza incaricata dalla Commissione (Development Solutions) costituiranno la base della relazione sull’applicazione del sistema di preferenze generalizzate (SPG) che la Commissione è tenuta a presentare al Parlamento europeo e al Consiglio a norma dell’articolo 40 del regolamento (UE) n. 978/2012. Le osservazioni ricevute durante la consultazione delle parti interessate, comprese quelle relative all’applicazione delle misure di salvaguardia per le importazioni di riso dai paesi SPG, saranno prese in considerazione. La relazione intermedia finale relativa alla valutazione intermedia dell’SPG dell’UE, elaborata dal consulente, non comprende ancora i risultati della consultazione pubblica online. Come illustrato da tale documento alla pagina 52, la squadra di progetto ha deciso di non includere i risultati della consultazione pubblica, aperta fino al 9 giugno 2017. Tuttavia, le conclusioni tratte dalla consultazione delle parti interessate e la relativa sintesi saranno incluse nella relazione finale dello studio e allegate alla stessa. La relazione finale dovrebbe essere pronta per dicembre del 2017».
Nei giorni scorsi, commentando la vicenda dell’articolo 40, l’Ente Risi ha fatto sapere che «un rapporto ufficiale inchioda la Commissione europea alle sue responsabilità: le esportazioni della Cambogia verso l’Unione europea sono all’origine di violazioni dei diritti umani in risposta alle quali la Commissione europea non ha attivato la revoca temporanea dei regimi di preferenza commerciale, ma anzi l’Ue ha intensificato la cooperazione allo sviluppo con il paese, con particolare attenzione alla riforma del settore fondiario del paese». L’Ente Risi ha ricostruito la vicenda ricollegandosi alla revisione del regolamento sui PMA: «A norma dall’art. 40 del Regolamento (UE) 978/2012 entro il 21 novembre la Commissione avrebbe dovuto presentare al Parlamento europeo ed al Consiglio una relazione sull’applicazione del regime EBA, eventualmente corredata da una proposta legislativa. La società di consulenza incaricata per la redazione del rapporto (Development Solutions) ha consegnato il documento ai servizi della Commissione che però temporeggia e la deadline è stata posticipata a marzo 2018. Il rapporto della Development Solutions dal titolo “Mid–Term Evaluation of rhe EU’s Generalised Scheme of Preferences (GSP) Final Interim Report” è pubblicato sul sito della Commissione. Dalla lettura, oltre ad apprendere che il questionario effettuato nella primavera scorsa – per il quale ai produttori italiani è stato impedito di replicare nella propria lingua- ha ottenuto una concentrazione di risposte a livello settoriale e geografico pervenute dai produttori dell’Unione che hanno espresso la propria preoccupazione per l’impatto delle concessioni sulla propria attività, emerge anche la violazione dei diritti umani accertata dall’ONU. Il documento riporta infatti che le esportazioni della Cambogia verso l’Unione europea sono aumentate in modo significativo dal 2009 per effetto del regime EBA e che l’Unione è la destinazione principale dell’export cambogiano (37% del totale esportato) e che diverse industrie traggono vantaggio dalle preferenze commerciali, comprese quelle che utilizzano la terra in modo intensivo come quelle dello zucchero e del riso. A seguito di una maggior produzione di zucchero e riso si è verificata una grave violazioni dei diritti umani sotto forma di spostamento in massa della forza lavoro, di sottrazione di terre con la forza che sono state poi concesse all’industria. In questo contesto l’ONU e la società civile hanno rilasciato dichiarazioni chiare sull’impatto negativo di queste concessioni sulla terra in Cambogia. Nel rapporto si legge anche – precisa l’Ente Risi – che in risposta alle violazioni dei diritti umani segnalate in Cambogia la Commissione non ha attivato l’articolo 19 (disposizioni di revoca temporanea dei regimi) ma l’Unione ha intensificato la cooperazione allo sviluppo con il paese, con particolare attenzione alla riforma del settore fondiario del paese».