Riparte il progetto Bruma (“Applicazione di strumenti di supporto alle decisioni per la protezione del riso da Pyricularia oryzae in Piemonte”) che dal 2006 rappresenta una garanzia per i risicoltori delle provincie di Vercelli e Novara, fornendo le informazioni riguardanti il rischio di attacco del fungo, che è causa della malattia nota come Brusone. Il monitoraggio è volto a individuare dove e quando si verificano le condizioni che aumentano il rischio di infezione, attraverso tre strumenti tecnici che si uniscono producendo un’informazione schematizzata in 4 livelli; il livello minimo è 0, il massimo 3.
I tre strumenti sono:
- Pressione infettiva: viene misurata attraverso 6 captaspore distribuiti uniformemente lungo tutto il territorio di interesse. le postazioni di monitoraggio sono: Olcenengo, San Giacomo V.se, Trino V.se, Terdobbiate, Nibbia e Cameriano, fornite dalla Provincia di Vercelli, dalla Banca Popolare di Novara, dal FAN (Fondazione Agraria Novarese) e dal sig. Vecco (vedi articolo). Esse forniscono dati relativi alla presenza e all’attività delle spore che vengono analizzati e forniti in una semplice chiave numerica dai tecnici del FAN , dopo essere stati incrociati con l’analisi delle spore stesse all’interno di complessi modelli matematici.
- Monitoraggio delle condizioni climatiche: effettuato attraverso 6 stazioni meteo, localizzate nei pressi dei captaspore per facilitare il recupero dei dati, finanziati dagli stessi enti.
- Osservazione diretta in campo: Ente Risi realizza campi sentinella seminati con varietà a diverso grado di suscettibilità al brusone tipiche del territorio novarese e vercellese. Questi campi, localizzati nel raggio d’azione dei 6 captaspore (ma a una distanza tale da non influenzarne le misurazioni), consistono in appezzamenti in cui non vengono eseguiti i normali trattamenti fungicidi. Ogni 3 giorni, i tecnici dell’Ente Risi svolgeranno rilievi approfonditi nei campi sentinella per individuare e quantificare le eventuali manifestazioni di sintomi della malattia. Tali sintomi, vengono poi convertiti in valori di una apposita scala ( anch’essa da 0 a 3).
Segnalazioni di rischio:
- Rischio 0 – basso: condizioni scarsamente favorevoli all’insorgenza del brusone;
- Rischio 1 – medio/basso: condizioni favorevoli all’insorgenza del brusone solo in presenza di un fattore predisponente (varietà sensibili, terreni leggeri, concimazioni abbondanti,..);
- Rischio 2 – medio/alto: condizioni favorevoli all’insorgenza del brusone in presenza di più fattori predisponenti (varietà sensibili, terreni leggeri, concimazioni abbondanti,..);
- Rischio 3 – alto: condizioni estremamente favorevoli all’insorgenza del brusone, con valori distinti 3.1 per varietà sensibili e 3.2 per resistenti.
Quest’ultima distinzione è legata alle qualità genetiche delle cultivar, che possono rendere la pianta più o meno predisposta all’infezione, elemento di criticità in questa struttura di controllo, infatti sui 112000 ha solo il 17 % è coltivato con varietà resistenti, mentre addirittura il 50 % con piante suscettibili. Al programma partecipano Regione Piemonte, Ente Nazionale Risi (coordinatore), Fondazione Agraria Novarese, Province di Vercelli e di Novara, Fondazione Banca Popolare di Novara e, per la divulgazione, i siti Risoitaliano.eu e Agromagazine.it; come ogni anno, sarà diffuso infatti un bollettino che apparirà su Risoitaliano.eu con cadenza bi settimanale (lunedì e giovedì), del 18/06 al 13/08, riuscendo così a coprire tutta la stagione in cui la pianta è suscettibile all’attacco.
Il successo dell’iniziativa sta creando interesse anche nelle province limitrofe di Biella e Alessandria (rispettivamente 3750 ha e 7800 ha a riso) che vorrebbero poter usufruire del servizio, anche se le condizioni ambientali e l’attività delle spore variano nell’arco di pochi km e ciò crea la necessità di installare i captaspore, le stazione metereologiche e i campi sentinella anche in queste zone, per poter fornire un servizio attendibile. Sorgono dunque intuibili problematiche relative ai costi della strumentazione e, soprattutto, al reperimento e al sostegno economico di mano d’opera specializzata per l’analisi dei dati. In Lombardia esiste un servizio di monitoraggio simile, basato però su modelli matematici e osservazioni satellitari. Il servizio fornito in Piemonte si è dimostrato finora molto efficace e puntuale, permettendo agli operatori di impostare le proprie scelte in maniera ottimale,m evitando sprechi di prodotti chimici o infezioni eccessive, rimanendo in linea anche con i criteri di sostenibilità richiesti dal PSR; come ci ricorda Simone Silvestri (coordinatore del progetto) «in un periodo di crisi della redditività per la risicoltura, i trattamenti eseguiti al massimo della loro efficacia potenziale consentono, oltre all’ovvio vantaggio agronomico, un miglioramento economico». Autore: Ezio Bosso