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BRUMA HA UN FUTURO?

da | 14 Nov 2017 | NEWS

brusone

Il progetto Bruma sarà finanziato anche nel 2018? E’ la domanda cruciale che attende una risposta dal convegno del 29 novembre al centro ricerche dell’Ente Risi, dove la Regione Piemonte e gli enti coinvolti nella sfida al brusone si ritroveranno per fare il punto (SCARICA IL PROGRAMMA). Ci saranno tutti ma soprattutto ci sarà chi decide: il presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà e l’assessore all’agricoltura Giorgio Ferrero, non sempre d’accordo su tutto ma entrambi convinti della bontà di questo monitoraggio delle spore di Pyricularia nell’aria, che oggi rappresenta uno dei sistemi di prevenzione disponibili (l’altro è il monitoraggio satellitare predisposto dalla Regione Lombardia).

Bruma funziona: nel corso della campagna risicola 2017, è stata fatta sorveglianza aeromicologica e stima previsionale in termini capacità infettiva del fungo patogeno Pyricularia oryzae (Cooke) Sacc., agente causale del brusone del riso, con 17 bollettini di segnalazione del rischio differenziati per 6 postazioni di studio (i captaspore erano a Terdobbiate, Nibbia, Camerino, Olcenengo, Trino Vercellese e San Giacomo Vercellese). In parallelo, è stata fatta la raccolta dei dati meteorologici (con stazioni a Borfo d’Ale, Buronzo, Trino Vercellese, Casalbeltrame e Granozzo) e il loro utilizzo nel modello matematico previsionale SiRBint (Simulation of Rice Blast Interaction).

Dati ed elaborazioni, che si sono giovate quest’anno anche dell’apporto di campi sentinella appositamente predisposti dall’Ente Risi, hanno consentito di guidare i risicoltori, avvisandoli se nell’area si manifestasse un rischio di infezione e di che livello, allo scopo di modulare gli interventi preventivi. I dati sono stati diffusi gratuitamente e tempestivamente anche da Risoitaliano.eu che è partner dell’iniziativa per le attività di divulgazione. Bruma è un progetto da poche migliaia di euro: sarebbe buona cosa se il 29 novembre venisse preso un impegno formale a proseguire quest’attività, che i risicoltori apprezzano, anche nel corso del 2018, possibilmente estendendo la rete dei captaspore per rendere la lotta al brusone sempre più efficace. Non dimentichiamo che in passato dei disguidi amministrativi hanno impedito di attuare il progetto, che è coordinato scientificamente dall’Università di Pavia.

Il convegno del 29 novembre sarà dedicato a indagare anche i sistemi di contenimento del nuovo nematode galligeno segnalato in Baraggia (LEGGI L’ARTICOLO) e le misure piemontesi in attuazione del Pan.

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