Una lettera arriva in redazione sul far della sera e sul frontespizio riporta il manifesto dell’ultimo film di Penelope Cruz: Tutti lo sanno. E’ il messaggio che vogliono trasmettere alla filiera gli estensori della missiva, che poi non sono due mediatori qualunque: il vercellese Alberto Ferraris e il bolognese Massimo Gregori. Che ci rilasciano questa intervista.
In che senso tutti lo sanno?
Tutti sanno che se l’adozione della clausola di salvaguardia andrà in porto – rispondono Ferraris e Gregori – sarà una tregua, lunga ma pur sempre una tregua. Certo la tregua è sempre utile per dar tempo alle parti di riorganizzarsi per affrontare la ripresa delle ostilità. Questa è la globalizzazione organizzata. Ma non è tutto.
Cioè?
Il presidente dell’Ente Risi, nell’intervista a Riso Italiano con cui annuncia la fine della guerra sui Pma, afferma che l’Ente non ha un ruolo di mercato. Non condividiamo questa affermazione, in quanto tutti gli operatori (venditori, compratori e mediatori) si basano anche sulle statistiche che l’Ente Nazionale Risi settimanalmente pubblica. Le statistiche servono per fare le proprie valutazioni e scelte commerciali, che possono essere influenzate anche dagli strumenti del mercato. Recentemente, ad esempio, Confagricoltura Vercelli, come riportato su un articolo di Risoitaliano.eu del 2/11/18, ha proposto di commercializzare il risone su un sito “portoghese”. Ricordando che l’attuale presidente dell’Ente Nazionale Risi sino al 17/06/2015 è stato anche presidente di Confagricoltura Vercelli, vorremmo sapere se anche lui ritiene che la riorganizzazione dei mercati debba passare dal sito portoghese. A noi risulta – anche questo “tutti lo sanno” – che Confagricoltura Vercelli operi già su un sito, tramite il CVR, questa volta italiano. Vorremmo sapere perché abbandonare un sito italiano per approdare su un sito portoghese. Per maggior trasparenza? Prestigio? Costi? La BMTI, Borsa Merci Telematica Italiana, è gestita da una società delle Camere di Commercio Italiane. Non si può dire che manchi di prestigio e trasparenza. Costi? Contenuti.
Ecco, adesso cominciamo a capire: i mediatori sono preoccupati per il futuro delle Borse merci. Corretto?
Noi mediatori, anche se raramente considerati dai componenti la filiera -e spesso in modo critico-, ci siamo ampiamente battuti affinché la nostra voce arrivasse alle istituzioni per sensibilizzarle sulla clausola di salvaguardia, come dimostrano l’audizione in Regione Lombardia e i vari comunicati pubblicati da RisoItaliano.eu e una conferenza stampa. Circa il fatto che “la Commissione ha messo in evidenza la disorganizzazione del mercato italiano” vorremmo far notare che nelle annate in cui i risi “indica” erano coltivati su superfici di 60.000 ha e oltre, con notevoli flussi di riso indica raffinato che hanno sempre soddisfatto le esigenze dei consumatori nord europei, il mercato era strutturato né più né meno che come oggi, con la maggior parte del risone scambiato dai mediatori.
Ergo, rivendicate il vostro ruolo. Ma ci sono alcune organizzazioni che lo ritengono superato…
Siamo professionisti ben preparati sia sul profilo tecnico che commerciale. È fisiologico che, anche nella categoria dei mediatori, come in qualsiasi altra (compreso quella dell’industria o degli agricoltori) possano esserci operatori che non rappresentano certo l’eccellenza e, non è certo per le scarse virtù di pochi che l’intera categoria debba essere messa alla gogna. Alcuni di noi sono già in grado di poter svolgere transazioni su piattaforme telematiche; altri operano senza avere i requisiti, ma forse non tutti lo sanno. Sicuramente a questo settore serve una riorganizzazione e ognuno deve fare la sua parte. Questo tutti lo sanno.