Bonifiche Ferraresi, è fatta. Cedere il 60,37% della società agricola che appartiene al fondo pensioni di Bankitalia non è stata una passeggiata, scrive La Stampa, annunciandone la vendita per 104 milioni di euro a una cordata “guidata dalla Fondazione Cariplo e dove c’è pure Carlo De Benedetti”. Il giornale aggiunge: “ad occuparsi della «produzione e commercializzazione di prodotti agricoli», dal grano al mais, dal riso alla soia, fino a mele, pesche, foraggi e paglia sarà dunque una brigata di azionisti, riuniti in una newco. L’operazione è condizionata all’esito della due diligence, un check-up sullo stato di salute della società che ha chiuso il 2013 in utile per 245 mila euro (contro i 36 mila dell’anno prima) e i primi tre mesi in rosso per mille euro. La cordata dovrà quindi perfezionare i contratti di finanziamento funzionali all’Opa obbligatoria che sarà lanciata sulle altre azioni di Bonifiche Ferraresi in circolazione. Nella cordata che ha acquistato a 30,5 euro per azione (al netto del dividendo 2014) oltre all’Ente guidato da Giuseppe Guzzetti (che ha il 35,7%), si trovano Per Spa (società di De Benedetti col 14,3%), Sergio Dompè (14,3%), Aurelia (10,7%), Fondazione CR Lucca (7,1%). E col 3,6% ciascuna, un’altro gruppuscolo di società, da Autosped ad Agritrans, Cai Newco, Inalca più un privato: Ornella Randi Federspiel. In realtà, proprio nel “gruppuscolo” si annida un’altra novità: se è vero che il piano industriale è stato messo a punto da Federico Vecchioni (foto piccola), capofila del progetto industriale e prossimo amministratore delegato della newco (con una strategia che punta diritto verso le biomasse, anche perché Vecchioni è il numero uno del Gruppo Terrae) pochi sanno che l’ex numero uno di Confagricoltura potrebbe fare questo passo come rappresentante della Cai, che altro non è che la società dei consorzi agrari promossa da Coldiretti. Per guidare la newco, Vecchioni infatti avrebbe stracciato la tessera di Confagricoltura e sarebbe stato nominato, nel corso dell’assemblea del 30 aprile, consigliere dei Consorzi Agrari d’Italia. L’interessato, al momento, non conferma e non smentisce. (16.05.14)
L’ACQUA DI OVEST SESIA NON COSTERÀ DI PIÙ
L’approvazione del bilancio di assestamento e il bilancio di previsione senza alcun aumento della tariffa sull’acqua.