Cosa succede al Bonfantini? L’istituto agrario di Novara, dove si sono formate generazioni di risicoltori, sta vivendo la stagione peggiore della sua lunga esistenza. In primavera, è scoppiato lo scandalo bullismo, con una pioggia di denunce e un’inchiesta giudiziaria che è tuttora in corso. Brutta pagina. Ora il sindacato ci segnala una situazione che dovrebbe far saltare sulla sedia la dirigenza dell’istituto (la quale, da noi interpellata via email il 15 agosto 2016 e telefonicamente il 13 settembre, non ha fornito per ora alcuna risposta) e le autorità scolastiche provinciali e regionali, che invece tacciono. Così come tace l’Assessorato all’agricoltura della Regione Piemonte, che non ha competenze dirette ma dovrebbe preoccuparsi – e molto – se la scuola in cui si dovrebbero formare gli agricoltori del futuro versa in condizioni come quelle descritte dalla FAMIGLIA NUARESA.
Stefano Rabozzi pubblica una serie di immagini choc, che riproduciamo rinviando alla consultazione dell’originale sul sito della Famiglia Nuaresa, e si chiede “ma dov’è finito il centro pilota del Bonfantini di Vignale?” Le foto, scattate qualche tempo fa, si riferiscono all’azienda agraria annessa all’Istituto, cioè al vero cuore della scuola, perché è lì che gli studenti possono verificare ciò che studiano. Se non che, da quando la gestione del centro è stata affidata a una ditta esterna, esautorando i docenti che prima se ne occupavano, la situazione sarebbe precipitata. Le foto mostrano uno stato di abbandono che necessita di pochi commenti… Per chi, come noi, ama la campagna e chi la custodisce, rappresentano un affronto, un non senso. Richiedono una spiegazione, perché una spiegazione deve pur esserci. Anche perché il Bonfantini è un’istituzione importante per la risicoltura novarese. Talmente importante che l’istituzione scolastica mena vanto – giustamente – del fatto di disporre di spazi verdi tematici, unici nella città di Novara, con una forte valenza didattica fruibile dagli allievi dell’istituto, ma anche a disposizione dei singoli cittadini, o di chiunque sia interessato alla lettura o allo studio di questo particolare ecosistema… Tutto vero, ma, come fa notare Famiglia Nuaresa, uno di questi spazi è proprio il Centro Agro-Zootecnico Pilota che può contare su una superficie coltivabile di circa 40 ettari ha, oltre una stalla, magazzini, abitazioni per il personale, locali per il ricovero e la manutenzione di macchine e attrezzi, aule e laboratori… E qui casca l’asino, perché, come scrive Rabozzi, da tempo «le risaie verdi e lussureggianti hanno lasciato il posto ad erbacce ed infestanti varie, i viali interni che ricordavamo puliti ed ordinati come un “Campus” inglese, sono ora lasciati a se stessi, con alte erbacce, carta straccia e quant’altro che nessuno, evidentemente, ha più voglia di raccogliere».
Non è solo un fatto estetico: negli anni scorsi, fintanto che l’azienda era gestita dai docenti, l’azienda ha chiuso il bilancio con un utile intorno ai 100mila euro. Per quale ragione, si chiedono tutti, è stato deciso di cambiare gestione e con quali risultati? E’ l’interrogativo che solleva una lettera giunta nei giorni scorsi in redazione. Il mittente della lettera è Luigi Nunziata, segretario FLC Cgil di Novara e Vco. Un sindacalista che può guardare “dentro” il Bonfantini e che affronta l’argomento con cognizione di causa. Ecco cosa ci scrive: «segnalo una situazione a dir poco “preoccupante” che sta avvenendo nell’Azienda Agraria annessa all’Istituto. Ci sono risaie dove non ci sono piante di riso, ma solo erbacce; altre talmente infestate da compromettere almeno il 50% della produzione. E pensare che la scuola si fregia del titolo di “Centro Agro-Zootecnico Pilota” e, in effetti, prima lo era. L’Azienda della scuola si compone di circa 40 ettari di cui 32 coltivati (di cui 26 ettari coltivati a riso, 5 a mais 1 a prato stabile) a cui è anche annessa una piccola stalla didattica dove si allevano bovini di razza piemontese. Nei restanti ettari è stato creato negli anni un Giardino botanico con oltre 200 essenze diverse, un Bosco Planiziale, una Zona Umida, un campo di Calcio, un Frutteto didattico e degli Orti.
Il decreto Interministeriale n° 44 del 1° febbraio 2001 art. 20 riguardante le aziende agrarie recita: comma 2 – “ la predetta gestione DEVE essere condotta secondo criteri di rendimento economico, di efficacia, di efficienza e di economicità, pur soddisfacendo alle esigenze pratiche e dimostrative con particolare riferimento all’insegnamento di tecniche di gestione aziendale e della contabilità agraria”. comma 4 – “La direzione dell’Azienda Agraria spetta di norma al Dirigente Scolastico. Qualora ricorrono speciali circostanze la direzione dell’Azienda può essere affidata, dal Dirigente, ad un insegnante particolarmente competente, che sottopone all’approvazione del dirigente stesso le proposte riguardanti l’indirizzo produttivo e la gestione economica.”
In tutta la lunga storia della scuola, fino all’avvento della nuova Presidenza, il Decreto Interministeriale, ed in modo particolare i due comma citati, è stato rispettato scupolosamente ottenendo nel contempo notevoli risultati sia economici, sia didattici. L’Azienda Agraria ha sempre chiuso il bilancio in attivo ricavando dagli 80 ai 100 mila euro all’anno in base andamento dei prezzi dei prodotti agricoli e all’andamento stagionale. Tolte le spese si è sempre investito il ricavato nel miglioramento dell’azienda, nella meccanizzazione e nell’acquisto di attrezzatura arrivando anche ad accantonare, in un fondo di riserva, fino a 30 mila euro all’anno. Il fondo dispone ora di oltre 200 mila euro.(Tutto come prevede il Decreto.) Il parco macchine è notevolissimo, si dispone di tre trattori, di tutti gli attrezzi per la fienagione, le coltivazioni del riso e del mais, per la manutenzione del giardino botanico e frutteto, di un essiccatoio e un’officina sufficientemente attrezzata per la manutenzione delle macchine. Tutto questo è stato acquistato con il ricavato della vendita dei prodotti.
L’attività aziendale è stata sempre improntata ad ottenere il massimo della produzione, ottenendo rese sempre superiori alla media provinciale e senza mai penalizzare la didattica, anzi questa grazie alla qualità della nostra azienda è stata approfondita e migliorata sempre di più ed oggi tutto questo patrimonio è disperso. Si sono organizzate ogni anno nell’ambito delle coltivazioni di riso e mais prove varietali, prove comparative di diserbo, prove di concimazione. Si è coltivato il riso in asciutta e in acqua per insegnare le due tecniche, si sono organizzati convegni per la valutazione delle prove anche con la presenza degli agricoltori, cercando e gradendo il confronto e la partecipazione con reciproca soddisfazione. Tutti gli anni i dati delle prove sul riso sono stati pubblicati dal giornale dell’ENTE NAZIONALE RISI e i dati sul mais dai giornali delle ditte sementiere (PIONEER) e poi divulgati agli agricoltori e non solo quelli della provincia di Novara.
Purtroppo l’attività dell’Azienda Agricola di quest’anno sia tecnico-economica sia didattica è sotto gli occhi di tutti e l’attività didattica è totalmente compromessa. Non si sono fatte prove sperimentali e oggi si potrebbe solo insegnare la coltivazione delle erbacce; il bilancio sarà probabilmente per la prima volta in rosso… L’azienda agraria è fondamentale in un istituto agrario perché la sua gestione coinvolge tutte le materie tecniche previste nel piano di studi ossia: Agronomia, Coltivazioni Erbacee ed Arboree, Meccanica Agraria, Entomologia, Fitopatologia, Estimo, Contabilità e Topografia. E’ evidente che affossando l’Azienda si affossa innanzitutto anche la didattica. Il nuovo Dirigente scolastico ha azzerato il vecchio organigramma dove erano presenti diversi insegnanti di agraria, da sempre il fulcro della scuola, sostituendolo con un nuovo staff dove non è presente un solo insegnante di agraria e affidando la gestione dell’Azienda a due tecnici esterni che nulla hanno a che fare con l’insegnamento. Abbiamo più volte segnalato la situazione particolarmente difficile e lo stato di disagio che si è venuto a creare nella nostra scuola all’USR Piemonte. Non abbiamo avuto mai risposte, nessuno che sia venuto almeno a valutare la situazione. A conferma dell’esistenza di notevoli problematiche anche sul versante amministrativo, la Contrattazione Integrativa di Istituto a.s. 2015/16 non è stata firmata dalla RSU e dalle Organizzazioni Sindacali prov.li». Sono dichiarazioni impegnative, che richiederebbero una risposta ufficiale e – magari – una verifica della situazione da parte delle istituzioni regionali. Perché le domande sono molte… E’ vero che il Bonfantini sta morendo? E’ vero che l’azienda agricola non produce più come prima? E’ vero che gli studenti non riescono a svolgere la normale didattica? Domande legittime, secondo noi. Per chiarire la situazione, sollecitati da molti genitori e agricoltori che hanno a cuore il futuro della scuola, abbiamo provato a contattare la dirigenza dell’Istituto Bonfantini, finora senza esito. Ma non disperiamo, anzi siamo certi che una risposta verrà data, magari anche una risposta che chiarisca tutto e rassereni tutti, nella consapevolezza che gli studenti del Bonfantini – e con loro l’agricoltura novarese – meritano di essere tutelati. Autore: Paolo Viana