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BOMBARDATO IL BANDO DELLE COVER

da | 11 Mag 2023 | Non solo riso

cover crop

Il primo incontro del progetto informativo-dimostrativo Demo-Farm-Plus (prosecuzione del Demo-Farm concluso a dicembre 2022 e composto dallo stesso partenariato, cioè Provincia di Pavia, DSTA dell’Università di Pavia, Società Agraria di Lombardia e Agricola 2000 scpa) si è tenuto a Zeme, nei terreni dell’azienda Braggio nel pomeriggio del 5 maggio scorso.

LO SCOPO DELLA PRIMA SERATA DI DEMO FARM PLUS

Lo scopo era quella di illustrare le cover crops ed il loro ruolo per la sostenibilità dell’attività agricola, ma la concomitanza con l’uscita del bando della Regione Lombardia n.5979 pubblicato sul BURL del 28 aprilebando della Regione Lombardia n.5979 pubblicato sul BURL del 28 aprile (che contiene tra le altre le norme per l’accesso ai contributi per le “cover”) ha finito per suscitare grande interesse. Il pubblico di agricoltori e tecnici era folto, oltre ogni previsione, anche perché la partecipazione consentiva di ottenere l’attestato che attribuisce 12 punti nelle graduatorie regionali per l’accesso al contributo sulle colture da sovescio. Non è mancata qualche nota polemica.

RITORNO AL FUTURO: L’INTERVENTO DI BAROZZI

Dopo i saluti istituzionali di Anna Betto per la Provincia di Pavia (capofila del progetto) e quelli della coordinatrice scientifica Maura Brusoni dell’Università di Pavia, l’agronomo Flavio Barozzi ha illustrato benefici, rischi, opportunità e criticità delle colture da sovescio.

Un ambito in cui è particolarmente esperto, avendo iniziato le sperimentazioni di quello che ha definito “ritorno al futuro” fin dal 1998, tanto da presentare i risultati dei suoi lavori di studio al padiglione della Wold Agronomist Association all’Expo del 2015. Qui, di cover e di sovescio i PSR regionali neppure parlavano. Già nell’intervento di Barozzi si coglievano alcune “frecciatine” verso il Bando della Regione Lombardia. Specie quando l’agronomo lomellino ricordava che nell’ambiente di risaia (in cui il principale problema per le cover è rappresentato dal ristagno idrico) la modalità di semina ideale è a spaglio su stoppia (come si evince dal documento Ente Risi che alleghiamo: Buonepraticheagricoleperilsovescio2018_784_64308).

La semina a file interrate, invece, soprattutto se preceduta da lavorazione, espone le colture da sovescio ad alti rischi di fallimento. Eppure il bando della Regione Lombardia vieta la semina a spaglio e raccomanda quella interrata previa lavorazione, tanto che Barozzi si è chiesto se nel testo non ci sia un errore. Un’altra “frecciatina” arriva dalle conclusioni dove ci si è capito come per il successo delle cover sia necessaria “…flessibilità”. Flessibilità di cui nelle rigidissime norme tecniche emanate dalla Regione con il Bando 5979 pare ci siano poche tracce.

L’INTERVENTO DELL’AGRONOMO RATTINI

Il successivo intervento dell’agronomo Daniele Rattini, contitolare dello Studio Agri.Bio, uno dei più noti centri di assistenza agricola operanti in Provincia di Pavia, e consulente tecnico del progetto, non lascia dubbi sul disappunto con cui il Bando è stato accolto dagli operatori. L’agronomo pavese ha sottolineato in apertura l’esiguità della dotazione finanziaria, che consente di erogare il contributo teorico di 300 euro per ettaro su soli 5 mila ettari, ovvero un dato quasi irrisorio rispetto agli oltre 900 mila ettari di SAU lombarda.

Ha poi evidenziato numerose criticità contenute nel Bando (dalla impossibilità di richiedere a premio superfici già finanziate con il vecchio PSR, fino alla rigidità nella scelta delle specie, nelle modalità, nelle date di semina e soprattutto di terminazione delle colture) che potrebbero rendere la misura poco appetibile per gli agricoltori. Soprattutto ha polemizzato sul fatto che il bando (uscito col BURL 17 del 28 aprile con termine di presentazione domande al 15 maggio) da appena 17 giorni a tecnici ed agricoltori per decidere che fare. Per contro la Regione emanerà le graduatorie per l’ammissibilità a contributo il 31 ottobre, cinque mesi e mezzo dopo la presentazione delle domande, quando le cover dovranno comunque già essere state seminate “al buio”.

PROGRAMMAZIONE PARTECIPATA CON LA REGIONE

Di fronte ad un intervento tanto critico qualcuno è sobbalzato, e lo stesso Barozzi (a quel punto indossando la giacca da presidente della Società Agraria di Lombardia) ha dovuto fare una precisazione “istituzionale” sottolineando l’intento costruttivo dei rilievi di Rattini ed in generale la disponibilità dei tecnici ad un  confronto con gli uffici regionali per una “programmazione partecipata” più aderente alla realtà.

La sensazione è stata tuttavia quella di una notevole delusione degli operatori rispetto a norme (il discorso vale anche per altre tipologie di contributo, come quelle per la semina in sommersione o per l’agricoltura integrata, che presenta un rapporto costi/benefici assolutamente sfavorevole) in cui chi lavora in campagna sperava per fare una programmazione di lungo respiro, al punto che si vociferava di lettere di alcune organizzazioni sindacali in Regione per chiedere di rivedere i bandi. 

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