Continuano gli incontri organizzati dall’Ente Risi nelle provincie risicole italiane, al fine di aggiornare gli addetti ai lavori sulle novità riguardanti i principali ambiti di nostro interesse. Oggi, si è tenuto l’incontro dedicato alla provincia di Novara, presso la sala riunioni della Fondazione Agraria Novarese. Anche qui, come a Vercelli, ad aprire le danze è stato il tema climatico, con un’analisi delle temperature e della piovosità media, ad opera del tecnico novarese Massimo Giubertoni, che ha spiegato: «Abbiamo avuto un aprile maggiormente piovoso e con temperature mediamente inferiori alla media, mentre a maggio la tendenza si è invertita nella piovosità, inferiore alla media del periodo, ma è rimasta tale nelle temperature, rallentando le nascite. L’estate ha avuto temperature mediamente più alte del solito, in particolare nell’ultima decadete di giugno e di luglio. In quest’ultimo mese ciò ha sfavorito l’azione di Magnaporthe Grisea, fungo che causa il Brusone, limitando la malattia. Ciò è proseguito fino alla prima decade di agosto, ma nella seconda parte del mese le condizioni sono cambiate, causando delle infezioni fungine che, tuttavia, sono state meno invasive, attaccando la pianta in una fase in cui hanno potuto causare danni minori. In settembre, ultimo mese dell’analisi, le temperature sono aumentate nuovamente e, nei mesi successivi, le forti e continue piogge hanno influito sulla buona riuscita del raccolto, causando problemi. In generale, osservando l’andamento medio delle temperature negli ultimi vent’anni e confrontandolo con le temperature di quest’anno, si può notare come sia stato un anno più caldo del solito, confermando la tendenza che si sta riscontrando ultimamente. Guardando alle produzioni si può notare come nel 2018 vi sia stato un importante calo produttivo, che dovrebbe tornare ad essere una crescita nel 2019, secondo le stime. Guardando le rese nei vari comparti notiamo che i tondi hanno ottenuto un buon risultato, così come i lunghi B, con le eccezioni degli ibridi che hanno subito il clima di ottobre, per necessità di ciclo, vedendo il proprio chicco diventare più fragile. I lunghi A da Parboiled hanno mostrato un buon livello di resa mentre i risi da interno hanno faticato maggiormente, in particolare Caravaggio e Baldo con rese medie sotto il 50%. La produzione risicola nella provincia di Novara è cresciuta nell’ultimo anno dell’1%, arrivando a 32.104 ha. Le 5 varietà più coltivate sono state Centauro, Mare CL, Terra CL, Sole CL e Dardo, dimostrando l’apprezzamento di Novara per i risi tondi, seguiti da lunghi B e lunghi A da Parboiled, che, essendo per lo più risi da esportazione, rendono questo territorio dedicato principalmente al mercato estero, anche se ci stiamo inserendo sempre di più nei risi da interno, che occupano il 15% della superficie produttiva».
Prove di concimazione
Alessandra Bagliolo, tecnico Ente Risi, ha preso la parola dopo il suo collega, per presentare le prove di concimazione effettuate nella sezione di ricerca dell’Ente, dicendo: «Abbiamo testato una linea di concimi con inibitori, sapendo che esistono inibitori della nitrificazione e dell’ureasi, i primi da usare in presemina, preferibilmente, ed i secondi in copertura, esclusivamente. Abbiamo effettuato una prova di confronto tra i prodotti della Nutrien (Nutritec 12.25 presemina, Nutritec 27.9.18 copertura primo passaggio e Nutritec top 50 secondo passaggio) e una tesi di concimazione aziendale classica (22.9.24 Entec presemina, 23.0.30 copertura primo passaggio, urea secondo passaggio). Le unità d’azoto totali sono state uguali ma la produzione finale (varietà: Luna CL) è stata migliore nel campo testimone con una differenza di 1 t/ha, mentre la resa è stata simile. La differenza è dovuta ad un probabile eccesso di azoto al secondo passaggio in copertura, dato dalla somma tra quello e il passaggio precedente, che ha causato una predisposizione della pianta alle malattie, inficiando la produzione. La seconda prova è stata condotta su Agromaster Riso 30.8.12 e 30.7.13, due prodotti a cessione controllata, che avviene grazie ad un processo fisico causato da una membrana interna che rilascia lentamente i nutrienti. Questo è il terzo anno di prova e, dopo aver confrontato Agromaster (distribuito in un’unica soluzione in pre semina) con due tesi aziendali diverse, quest’anno abbiamo voluto un confronto interno tra queste due versioni del prodotto. Abbiamo applicato la versione a più lenta cessione (30.7.13) in un unico passaggio in presemina, mentre per Agromaster 30.8.12 abbiamo distribuito l’80% delle unità d’azoto in presemina e il 20%, con dell’urea, in copertura. Le produzioni (varietà Terra CL) sono state ottime in entrambe le tesi ma maggiore nella seconda (8,14 t/ha e 8,70 t/ha), ciò fa capire quanto sia importante un intervento in copertura. L’ultimo studio ha riguardato un confronto tra urea e solfato ammonico, riguardo chi fosse il concime più performante in copertura, confermando le ottime performance dell’urea, che ha prodotto 0,8 t/ha in più rispetto al solfato». (Leggi anche l’articolo di Martina Fasani sulle prove di concimazione presentate nel Pavese) Autore: Ezio Bosso