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BAYER PRESENTA FIELDVIEW

da | 27 Nov 2019 | Non solo riso

precisione

Bayer ha presentato ieri FieldView™, la piattaforma digitale per l’agricoltura con un evento che si è tenuto presso l’Azienda Agricola Cazzola di Salizzole (VR). Lo strumento digitale, che sarà lanciato sul mercato italiano nei prossimi mesi è stato già ampiamente adottato a livello globale e interessa anche la risicoltura. Sviluppata e fornita da The Climate Corporation, consociata di Bayer, approdata per la prima volta negli Stati Uniti nel 2015, la piattaforma FieldView™ dell’azienda offre agli agricoltori una conoscenza più specifica dei loro appezzamenti in modo che possano prendere decisioni operative più informate per ottimizzare i rendimenti, massimizzare l’efficienza e ridurre i rischi. Viene utilizzata attualmente su oltre 24 milioni di ettari negli Stati Uniti, in Canada, in Brasile e in diversi Paesi Europei, e sta per raggiungere oltre 36 milioni di ettari a livello globale nel 2019. È diventata rapidamente la piattaforma più connessa del settore.

Ad aprire l’incontro Marc Aupetitgendre, Amministratore Delegato Bayer Crop Science Italia, che ha affermato: «L’agricoltura digitale sta diventando una realtà anche in Italia. La piattaforma FieldView™ ci permette di fornire agli agricoltori soluzioni personalizzate, che consentano loro di ottenere migliori raccolti ottimizzando input e risorse, quali acqua, suolo». 

Ogni agricoltore conosce i propri appezzamenti e sa che ci sono aree in cui il campo è più produttivo e altre in cui lo è meno. I motivi possono essere vari, ma il principale è la tipologia di suolo. Se fino ad oggi le varie aree di campo venivano gestite in maniera indifferenziata, ad esempio per quanto riguarda semina, irrigazione o fertilizzazione, oggi la tecnologia ci permette di intervenire in maniera mirata.

Come funziona l’App?

Dalla produzione alla semina. E viceversa: oggi le moderne mietitrebbie sono dotate di sensori di produzione che monitorano quanta biomassa carica la macchina man mano che avanza nel campo. I dati sulla produzione di granella possono essere visualizzati su Climate Field View come mostrato nella foto di seguito.

Nella mappa sul tablet sono colorate di verde scuro le aree a produzione abbondante e in rosso quelle a produzione scarsa.

Le rese puntuali, oltre a dare un’idea della produttività del campo, sono utili per pianificare nuove semine. È infatti possibile generare mappe che prevedano densità variabili di seme.

Il risultato? Un risparmio di seme e un aumento di granella a fine stagione.

Le mappe saranno poi caricate sulla seminatrice a rateo variabile attraverso una semplice chiavetta Usb da inserire nel terminale in cabina, o se Isobus compatibile, nel terminale del trattore. È anche possibile usare Field View Drive, un device da collegare al trattore che permette la comunicazione tra il mezzo e la piattaforma web, eliminando la necessità di utilizzare le chiavette.

Come analizzare i dati raccolti?

È possibile, a parità di tipologia di suolo e di fertilizzazione, mettere a confronto varietà differenti per identificare quella più produttiva per il proprio areale. Ma è altrettanto essenziale monitorarne costantemente lo stato di salute per evitare cali di produttività dovuti a stress idrici (ormai molto frequenti), presenza di insetti o di malattie fungine. Per questo l’app immagini satellitari della costellazione Sentinel per informare l’agricoltore sul vigore della coltura e sulla necessità di irrigare.

Attraverso Field Health è infatti possibile visualizzare delle mappe in cui lo stato di vigore della coltura è rappresentato da 5 colori: verde scuro per l’alto vigore, rosso per il basso vigore. A colpo d’occhio l’agricoltore potrà dunque sapere se tutto procede correttamente o se invece ci sono delle criticità. Certo, sarà necessario un sopralluogo per capire che cosa causa il malessere nelle piante. Se ad esempio un albero crea ombra, se la pianta è in stress idrico o ha delle carenze nutrizionali. Ma poter andare a colpo sicuro nell’area problematica è estremamente comodo.

Per quanto riguarda il fattore di criticità idrica Climate Field View mette a disposizione delle mappe di evapotraspirazione che indicano il consumo di acqua della vegetazione. In questo modo è possibile identificare le aree floride e quelle in sofferenza. In questo caso i colori utilizzati sono sette: il giallo indica una coltura in stress, il blu una pianta ben idratata.

Sulla base della mappa di vigore è invece possibile disegnare delle aree in cui applicare dosi variabili di fertilizzante: apportare la quantità di fertilizzante standard nella zona a media vigoria, e applicare un +/- 30% in quelle a bassa o alta vigoria. L’esperienza dell’agricoltore nel decidere le dosi rimane fondamentale, ma grazie ai dati forniti dalla piattaforma l’intervento riesce ad essere più preciso.

I costi?

Tutto questo ovviamente ha un costo..due soluzioni adottabili: un pacchetto Prime (120€ per anno) e offre immagini sullo stato dell’appezzamento; monitoraggio; mappe del consumo di acqua per la coltura; meteo per appezzamento. Un pacchetto Plus (4€/ha per anno) che offre in aggiunta agli strumenti presenti in Prime anche la possibilità di anali della resa; visualizzazione affiancata; analisi per zona; prescrizioni di semina manuali; prescrizioni di fertilizzazione manuali; visualizzazione remota; prescrizione di semina di FieldView (Beta).

Lo scenario

Al centro dell’incontro anche il racconto della situazione dell’agricoltura digitale nel nostro Paese. « La superficie agricola gestita utilizzando tecniche riconducibili all’agricoltura digitale supera di poco l’1%, seppur con un trend positivo – ha detto Roberto Confalonieri, Fondatore é Presidente di Cassandra Tech – Uno dei motivi per questa entrata “lenta” nei contesti produttivi riguarda il fatto che il mercato sta maturando proprio in questi ultimissimi anni in termini di domanda (ricambio generazionale degli agricoltori) e offerta (maggior connettività, nuove costellazioni di satelliti, simulatori sempre più raffinati e dispositivi per smart sensing). Sebbene siano già disponibili tecnologie tanto per la pianificazione strategica (ad esempio, scelta della tipologia di impianto di irrigazione) che per la gestione tattica (ad esempio, quando effettuare un trattamento fitosanitario o come distribuire nutrienti a rateo variabile), la loro adozione in contesti aziendali è spesso limitata dal rapporto sfavorevole tra costi della tecnologia e vantaggi ottenibili dalla stessa, da insufficiente usabilità o da inadeguatezza tecnico-scientifica delle soluzioni implementate. Questo ha portato al fatto che l’agricoltura digitale è, nella maggior parte dei casi, entrata in contesti aziendali in termini di quaderni di campagna digitali. A mio parere è possibile fare molto di più. Per fare ciò, è necessario: fornire soluzioni con la massima trasparenza e rigore bilanci tra i costi di una tecnologia ed i vantaggi economici derivanti dal suo impiego; formare adeguatamente tecnici e agricoltori; evitare di rincorrere l’ultima moda tecnologica. Ciò porta ad arrivare allo sviluppo di prototipi per passare poi alla nuova moda prima di giungere allo sviluppo del prodotto completamente ingegnerizzato. I prototipi servono per fare ricerca. Gli utenti vogliono prodotti. E la differenza tra prodotto e prototipo, quando si parla di trasferimento tecnologico, è la stessa che passa tra un successo e un totale fallimento».

«In Italia abbiamo oltre mille agricoltori che hanno usato la nostra piattaforma nel 2019 e le valutazioni sono state estremamente positive – ha affermato Fabio Roverso, Climate Business Lead in Italia per The Climate Corporation. “FieldView™ è uno strumento estremamente intuitivo e facile da usare. Con mappe dei campi e rapporti in tempo reale, gli agricoltori si sentono in grado di risolvere i problemi in modo più efficiente e di implementare più test su diverse varietà, densità di semi, fertilizzanti e agrofarmaci oltre ad analizzare facilmente e rapidamente i risultati», ha sottolineato Roverso. Autore: Martina Fasani

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