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BATTIOLI: VOGLIAMO IL PSR PIEMONTESE

da | 10 Set 2015 | NEWS

BATTIOLIConfagricoltura Novara tira per la giacchetta l’assessore Ferrero. Il piatto piange, del Psr piemontese non si sa più nulla, il periodo di programmazione della politica di sviluppo rurale decorre dal 2014 e si estende per un settennio fino al 2020, eppure “siamo all’ultimo quadrimestre del 2015 è in Italia la situazione è caratterizzata da consistenti e incredibili ritardi” dichiara la presidente Paola Battioli, ricordando che il 3 settembre scorso, sono stati approvati solo 10 dei 21 PSR trasmessi a Bruxelles e “tra gli altri manca all’appello anche quello del Piemonte”.

Questo significa, rileva la Battioli che coltiva riso a San Pietro Mosezzo, che sono passate due annate (il 2014 ed il 2015) senza che uscissero dei bandi per l’accesso alle diverse opportunità di sostegno previste nell’ambito del secondo pilastro della Pac. “Non è una situazione normale. Gli agricoltori ne pagano le conseguenze in termini di mancata possibilità di beneficiare di interventi fondamentali per la competitività e la vitalità delle imprese. Di chi è la colpa dei ritardi? Sul bando degli accusati ci sono la politica e la burocrazia. Da un lato c’è da considerare il tempo perso nella approvazione dei regolamenti comunitari di riforma della Pac e dall’altro il lavoro non sempre impeccabile dei servizi regionali che hanno il compito di preparare il PSR e di quelli comunitari, cui spetta la responsabilità di verificarne la compatibilità con le leggi Ue.  Inoltre, nel corrente ciclo di programmazione, si è aggiunta una eccessiva complicazione normativa che ha richiesto un coordinamento preventivo tra i diversi fondi strutturali e complicati accordi di partenariato, prima di poter licenziare i piani. La Regione Piemonte non rientra tra quelle italiane più rapide nel farsi approvare il programma settennale” commenta Battioli, la quale però, “salva” Ferrero in extremis. La presidente di Confagricoltura non cerca lo scontro: chiede risultati. “Si è accumulato qualche mese di ritardo che si spera possa essere recuperato – osserva – con una maggiore e vivace capacità gestionale in sede applicativa e, soprattutto, con  interventi di snellimento e di semplificazione dei quali si avverte il bisogno. A questo punto conviene essere pragmatici e realisti, rinunciare alle polemiche e guardare con fiducia al futuro. La nuova politica di sviluppo rurale 2014-2020 contiene diverse positive novità, a cominciare da un sensibile aumento della dotazione finanziaria. Per il Piemonte i dati sono i seguenti: 1) la spesa pubblica complessiva per l’intero periodo di programmazione ammonta a 1,1 miliardi euro, di cui 471 provenienti dalla casse dell’Unione europea; 2) nel 2007-2013 erano disponibili 898 milioni di euro. Pertanto, c’è stato un aumento di 202 milioni di euro, corrispondenti al 21,8%”. Vedremo se e quali risposte arriveranno dalla Regione Piemonte. (09.09.2015)

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