Nel corso della 70^ Assemblea Generale Ordinaria, che si è svolta oggi, presso la sala Leonardo dell’ Associazione Irrigazione Est Sesia di Novara, Paola Battioli è stata riconfermata Presidente di Confagricoltura Novara e Vco per il triennio 2016 – 2018. Due liste, netta la prevalenza della Battioli, la quale conduce con il marito e i tre figli nel comune di San Pietro Mosezzo l’azienda agricola Motta ad indirizzo risicolo e cerealicolo per una superficie di oltre 200 Ha. Da anni impegnata nelle battaglie sindacali del settore, è socia storica di Confagricoltura. Sarà coadiuvata da 3 Vice Presidenti: Giuseppe Ferraris, risicoltore di Casalbeltrame, da anni impegnato nelle lotte sindacali della categoria, Claudio Melano risicoltore di Novara e il giovane Alessandro Ariatta, anche’egli risicoltore e cerealicoltore di San Pietro Mosezzo. L’assemblea ha inoltre eletto Silvio Arioli, Cesare Mercalli, Arianna Rigoni, Gianluigi Tronchin e Paolo Mainardi quali componenti del consiglio direttivo.
Questo il commento a caldo di Battioli: «Sono contenta per la fiducia che mi è stata nuovamente accordata. Proseguirò il lavoro svolto sino ad oggi secondo quanto ho stabilito con la mia squadra nel programma elettorale. Ci siamo prefissati di essere al fianco delle nostre aziende associate in un percorso che dovrà essere sempre più incisivo nei confronti della politica e della pubblica amministrazione, proprio al fine di far emergere fortemente la nostra voce di sindacato rinnovato e capace di affrontare le sfide che il futuro ci impone. Siamo consapevoli della necessità di imprimere un’accelerazione per promuovere la trasformazione del nostro sindacato agricolo in un’organizzazione capace di creare progetti e essere al servizio delle imprese agricole, con il coraggio di innovare, ma anche di intraprendere modelli diversi, di cambiamento dell’aggregazione».Al termine dell’assemblea abbiamo avvicinato la presidente per focalizzare alcuni punti caldi del prodotto riso.
E’ stata una battaglia combattuta?
No, è stato un normale rinnovo con due liste contrapposte di soci , una vivace dialettica conclusa da un accordo per una gestione equilibrata dell’associazione.
Per arrivare dove?
Per costruire una associazione sindacale partecipata e smetterla di prendere l’Unione come un punto di riferimento principalmente per i servizi e gli obblighi burocratici. Voglio costruire una coscienza sindacale, per affrontare i nodi inesplicati che soffocano gli agricoltori.
Cosa pensa di fare per i ritardi nei pagamenti della Pac?
Sono scandalosi. Lo scandalo consiste soprattutto nelle risposte che ve nono date dal Ministero: si fanno passare i ritardi come una conseguenza dei nuovi sistemi informatici e del calcolo dei nuovi titoli; un ritardo poteva starci, ma di queste proporzioni proprio no. Alcuni soci non hanno percepito alcun contributo.
Cosa può fare il sindacato?
Finché è disunito può solo lamentarsi e ottenere delle false promesse da chi gioca sulle divisioni.
Un messaggio a Coldiretti?
Esatto.
E all’industria del riso cosa dice?
Che i risicoltori soffrono una crisi di mercato senza precedenti e non capiamo perché non vogliano condividere i dati che possiedono.
Non avevate preso un accordo per creare un osservatorio?
Già. Ma ancora non esiste.
Intanto l’industria preme per la legge mercato interno. Lei cosa ne pensa?
Penso che vorrei vedere il riso italiano entrare per primo nelle industrie risiere italiane e vorrei vedere uscire delle confezioni con un chiaro marchio che indichi l’origine nazionale della materia prima.