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«BASTA CONCESSIONI A MYANMAR»

Cambogiano
Le ultime notizie delle violente repressioni degli oppositori politici e delle minoranze etniche da parte dei regimi in Myanmar e Cambogia confermano la violazione sistematica dei diritti umani. Per questo motivo, l’Associazione degli agricoltori valenciani (Ava-Asaja) chiede all’Unione Europea di sospendere l’accordo commerciale Eba “Everything But Arms” con Myanmar e Cambogia, con cui concede vantaggi alle loro importazioni di riso, prima che la clausola di salvaguardia scada il 18 gennaio 2022.

L’ACCORDO EBA TRA UE, MYANMAR E CAMBOGIA

La Commissione europea ha adottato questo meccanismo tariffario nel 2019 dopo che il settore si è reso conto che l’aumento esponenziale delle importazioni di riso indica dal Myanmar e dalla Cambogia aveva invaso il mercato dell’Ue abbassando la redditività dei produttori. Tuttavia, anche il sindacato spagnolo ha denunciato che il Myanmar ha aggirato la clausola di salvaguardia sostituendo le spedizioni di riso indica con riso japonica – tipico della campagna valenciana – passando da 31.500 tonnellate nel 2018 a 158.700 tonnellate nel 2020.

LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA

Il responsabile del settore riso di Ava-Asaja, José Pascual Fortea, lo conferma: «Sono tre anni che chiediamo a Bruxelles di prolungare in tempo la clausola di salvaguardia (oltre il 18 gennaio) e di applicarla anche al riso japonica o tondo, a causa delle gravi conseguenze che le importazioni asiatiche continuano a minacciare per il settore europeo del riso. Ma poiché Myanmar e Cambogia hanno intensificato i loro attacchi al sistema democratico e ai diritti umani, la nostra richiesta si espande fino a chiedere direttamente la sospensione di tutte le loro concessioni sul riso destinato all’Ue. Questo poiché le misure restrittive imposte finora sono state limitate solo agli individui e alle imprese controllate dai militari».

DAI VALORI AI FATTI

Miguel Minguet, risicoltore e membro dell’esecutivo del sindacato, ha trasmesso queste richieste alla Commissione in qualità di vicepresidente del gruppo riso di Copa-Cogeca, presieduto dal novarese Peppino Ferrari. Si accusa l’Ue di tradire i suoi valori e principi fondanti se continua a premiare con concessioni agricole paesi terzi, in questo caso Myanmar e Cambogia, che violano sistematicamente i diritti umani dei loro popoli. «Cosa c’è di più importante per l’Europa dei diritti umani? Perché gli interessi oscuri non hanno ancora sospeso questo accordo immorale e incoerente con le loro convinzioni? Ora che il periodo della clausola di salvaguardia sta per finire, Bruxelles ha l’opportunità di dimostrare non solo che difende il suo settore primario, ma anche che difende la democrazia», ha aggiunto.

AMBIENTE E DIRITTI OFF LIMITS IN MYANMAR e CAMBOGIA

Secondo lo “Studio a sostegno di una valutazione d’impatto in preparazione della revisione del regolamento SPG 978/2012” preparato da Bkp Economic Advisors, come consulente della Commissione, l’indicatore dello stato di diritto in Myanmar è di 1,5 su 10; circa 1,13 milioni di bambini lavorano. Ci sono grandi disuguaglianze tra aree urbane e rurali a tal punto che l’acquisizione di terreni attraverso sgomberi forzati continua. L’istruzione non è gratuita: limitato l’accesso ai gruppi vulnerabili e alle minoranze etniche. I musulmani Rohingya, una minoranza, affrontano violenze e discriminazioni istituzionali che li spingono a emigrare. Per quanto riguarda le questioni ambientali, il Myanmar ha uno dei più alti tassi di deforestazione nel mondo a causa del disboscamento illegale.

LE STIME: – 1,5% PRODUZIONE EUROPEA

Per quanto riguarda tutti gli accordi commerciali internazionali, Minguet denuncia  che Bruxelles impone ai risicoltori europei minori obblighi, limitazioni e controlli che si applicano alla produzione straniera. In questo senso, chiede che i trattati stabiliscano la reciprocità, che limitino le importazioni e che considerino il riso come un prodotto sensibile. Il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea prevede che entro il 2030 le importazioni continueranno ad aumentare, portando ad una riduzione della produzione europea di riso (-1,5%), del suo prezzo alla fonte (-7%) e del suo valore economico (-95 milioni di euro).

 

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