Seduta tesa alla consulta nazionale del riso ieri, martedì, sui dati del raccolto. Diciamo pure baruffa… Alcuni consiglieri hanno eccepito sui dati forniti dall’Ente Risi, che ha stimato una flessione del raccolto pari al 4%. Obiezioni che riguardavano la forma – i dati sono stati diffusi senza consultare le organizzazioni sindacali, come solitamente avveniva – e la sostanza: secondo alcuni anche se le stime sono formulate sulla base dell’88% delle denunce dei produttori, il restante 12% rappresenterebbe 25.000 ettari, cioè circa il 10% della risaia italiana, e ciò potrebbe falsare le stime. Si è deciso di riformularle entro la metà di gennaio, quando saranno diffuse – a campagna di commercializzazione avanzata – stime (quasi) definitive. Il bilancio di collocamento del riso italiano sarà comunque presentato il 17 dicembre al Ministero delle politiche agricole, dove non si parlerà solo di raccolto ma anche dilegge del mercato interno. Quella potrebbe essere una riunione decisiva, se è vero che la posizione di Confagricoltura è stata avocata dal presidente nazionale Mario Guidi, risicoltore ferrarese (nella foto piccola), che dovrebbe presentarsi a Roma – secondo fonti ben informate – deciso a dare in prima persona il via libera alla proposta dell’industria, che prevede l’estensione della griglia dei risi tradizionali al gruppo Ribe. Non è ancora chiaro se Confagricoltura accetterà anche un ammorbidimento dei parametri di qualità del riso in commercio, come richiesto dagli industriali. Identica la posizione della Cia, legata all’organizzazione di Guidi dal patto di Agrinsieme e da sempre su una posizione dialogante su questo argomento. Se anche Coldiretti dovesse esprimersi a favore, il governo sarebbe legittimato a esercitare la delega conferitagli dal Parlamento e riformare la legge del 1958 tenendo conto del nuovo accordo scaturito a livello interprofessionale. (10.12.14)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.