Le prospettive dell’export tailandese per il 2017 non sono rosee: gli operatori si attendono infatti un calo a circa 9,5 milioni di tonnellate di riso vendute all’esterno, a causa di una maggiore aggressività del Vietnam. Inoltre pesa sul mercato anche un’altra grande asta di riso conservato nei magazzini statali, in programma il 16 febbraio: l’obiettivo del Governo è di eliminare le rimanenze, pari a 8 milioni di tonnellate, entro la fine dell’anno. Lo riferisce il sito pakistano www.customtoday.com.pk. Nel 2016 le esportazioni tailandesi avevano raggiunto 9,63 milioni di tonnellate, secondo le cifre riportate dal Ministero del Commercio. Chookiat Ophaswongse, presidente onorario della Thai Rice Exporters Association, l’associazione degli esportatori, ha invece ribadito all’agenzia Reuters che l’obiettivo per il 2017 è stato fissato intorno a 9,5 milioni di tonnellate, pari ad un fatturato di 150 miliardi di Baht, (4,28 miliardi di dollari). La stima degli esportatori è inferiore a quella diffusa la scorsa settimana dal Ministero, che puntava a 10 milioni di tonnellate. Le prospettive di una diminuzione dei prezzi in Vietnam e India rendono infatti meno competitivo il riso di Bangkok: «C’è una certa differenza – ha spiegato Chookiat – tra le quotazioni del nostro riso e quello vietnamita, ora a 20 dollari. Inoltre il loro raccolto invernale sembra essere molto positivo». La Tailandia inoltre ha ancora in serbo 8 milioni di tonnellate di riso, conservate nei magazzini statali: era stato acquistato a prezzi superiori a quelli di mercato dal precedente governo di Yingluck Shinawatra per supportare gli agricoltori. Una prima asta per mettere sul mercato questo ingente quantitativo di prodotto è in programma il 16 febbraio, e punta a cedere 2,8 milioni di tonnellate. Un obiettivo considerato eccessivamente ambizioso, ma che rappresenta parte della strategia governativa che punta a eliminare le scorte entro la fine del 2017. «Se il Governo ci riuscirà – ha spiegato Choookiat – il nostro export potrà tornare a migliorare».
MERCATO AFRICANO STABILE
Nell’Africa subsahariana, il miglioramento dell’offerta regionale è percepibile con l’arrivo dei nuovi raccolti sui mercati.