Quella guerra persa contro la burocrazia verde. E’ il titolo con cui Avvenire oggi dedica un’analisi di Paolo Viana al tema del Pan. “I costi della burocrazia rappresentano una delle guerre mai vinte dagli agricoltori e il 2014 si apre con una nuova sconfitta” scrive il giornale dei vescovi. Spiegando che dal primo gennaio è scattato l’obbligo di applicare la difesa integrata, osserva anche che “tutto nasce dal difficile rapporto con la chimica, che è seconda nella classifica delle nostre paure alimentari solo agli Ogm. Nel 2009, un regolamento comunitario ha imposto l’utilizzo sostenibile dei pesticidi, da applicare attraverso le leggi nazionali. Un’operazione complessa, diciamo pure una rivoluzione produttiva, che si realizzerà a prescindere dalla sua sostenibilità economica”. Ripercorrendo le tappe del Pan, il quotidiano inquadra la situazione attuale di incertezza e mette in relazione questo provvedimento con la gestione di Pac e Psr. “A fine anno è stata approvata anche la nuova politica agricola comune, che taglia di un ulteriore 18,4% i sussidi agricoli, e subito è scoppiata la guerra sull’utilizzo dei fondi dello sviluppo rurale, che erano nati per compensare i sacrifici imposti alle imprese. Adesso c’è chi li chiede per abbassare i premi delle assicurazioni, chi per promuovere la biodiversità, chi per potenziare la rete irrigua… Pac, Psr, Pan: nelle campagne si parla già delle ‘tre P’ e quando se ne parla, credeteci, il linguaggio è sempre vivido e colorito” annota il giornalista, sottolineando che anche le Regioni reclamano quei fondi e concludendo: “il problema non è la mano che paga, ma la tasca in cui si pesca”. (04.01.14)
CHE FINE FA IL CHEROSENE?
Sottolineiamo un’emergenza mentre parte il monitoraggio