L’unica seduta di mercato della settimana fa registrare un numero ridotto di scambi, un listino fermo e totalmente nominale (leggi l’ultima analisi). Un momento di riflessione per tutti e la riflessione fa emergere molte preoccupazioni, soprattutto nel Novarese.
INCONTRO CON MARNATI E PROTOPAPA
I risicoltori in questo momento sono infatti concentrati sulle operazioni di campo, preoccupati per la disponibilità idrica nella prossima estate. Nella serata di venerdì a Vespolate (NO) alcuni di essi si sono incontrati con i rappresentanti sindacali provinciali e gli assessori della Regione Piemonte Marnati e Protopapa. Per comprendere gli sviluppi dell’incontro ci confrontiamo con il risicoltore di Vespolate Fabrizio Rizzotti, analizzando anche com’è andata la campagna di vendita e quali sono state le scelte di semina in relazione al contesto attuale.
LA TERRA DI MEZZO DELLA RISICOLTURA
«L’incontrò è stata un’occasione di confronto con le istituzioni, voluta dai sindacati del territorio, in primis Coldiretti. L’obbiettivo era render nota, prima che si procedesse in qualsiasi iniziativa dedicata all’irrigazione, la situazione del territorio basso novarese, che io definisco una terra di mezzo. Questi luoghi sono una sede storica della risicoltura e richiediamo che anche per essi vi sia un apporto idrico equo rispetto alla disponibilità totale. Nella scorsa campagna qui abbiamo subito in modo importante la siccità, nella mia azienda il calo produttivo è stato del 70% circa, vedendo l’acqua utilizzata a monte dai colleghi novaresi. Nella prossima rischiamo di vederla passare senza poterla usare, alla luce del regolamento che attuerà in caso di carenza Est Sesia».
«È NECESSARIO RIPENSARE LA GESTIONE IRRIGUA»
«Riteniamo comunque positivo che vi sia stata una volontà di maggiore equità nella gestione della risorsa irrigua. La soluzione proposta, tuttavia, pare avere diverse criticità e rischia di mantenere inefficiente l’utilizzo della risorsa. Per risolvere il problema ritengo che sarebbe stata necessaria una ristrutturazione totale della gestione irrigua. Bisognerebbe ripartire da zero in tutto, modificando l’assegnazione dei diritti in modo da renderla più equa sia negli oneri che negli onori.
Sarebbe utile, inoltre, definire nuovamente la destinazione delle camere, concedendo la predisposizione irrigua a risaia solo dove la tessitura del terreno non richieda apporti ingenti per la sommersione. Ad esempio, la mia cascina si chiama Fornace in quanto composta da terreni ricchi di argilla, qui per sommergere la necessità idrica è minima, chiaramente se l’apporto è 0 anche qui diventa impossibile produrre come nella scorsa campagna. Dobbiamo renderci conto che l’acqua oggi non è più un diritto ma un bene ed agire di conseguenza. Capisco che significa perdere diritti acquisiti legittimamente e da tempo ma alla luce del contesto attuale ritengo che sia giusto puntare ad una suddivisone equa ed ottimizzata nel modo migliore possibile».
«BILANCIO AZIENDALE PEGGIORATO»
«In questo territorio, inoltre, tutte le aziende si sono già adeguate al cambiamento in atto – continua Rizzotti -. Nella mia azienda ad esempio metà della superficie, da molti anni totalmente a riso, oggi l’ho destinata a grano e soia. Sappiamo che questo comporta perdite economiche sia per il valore del prodotto sia dei contributi economici ma dopo le grosse perdite avute nella scorsa estate era una scelta inevitabile. A causa di esse infatti abbiamo subito un forte calo nel bilancio aziendale, considerando anche l’aumento delle spese occorso nella passata stagione. Chiaramente questo non è legato all’andamento dei prezzi di vendita, positivo sia all’ingrosso che al dettaglio. Nella nostra vendita diretta, dove la clientela è alla ricerca di qualità, non ho registrato cali nelle vendite nonostante l’aumento dei prezzi. L’unico problema anche in questo caso è stata la carenza di merce vendibile». Autore: Ezio Bosso
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