Meglio tardi che mai. Quante volte l’abbiamo detto… Parliamo, ovviamente, degli usi eccezionali di alcuni principi attivi, che le solite diatribe ministeriali fanno sospirare fino all’ultimo. Per i non addetti ai lavori precisiamo che le società agrochimiche non brigano più di tanto per ottenerli, perché spesso si tratta di prodotti destinati all’estinzione: sono gli agricoltori a richiederne a gran voce l’autorizzazione in deroga, perché senza questi prodotti le malerbe prosperano e paiono invincibili. I produttori di questi diserbanti sono ovviamente felici di continuare a venderli, ma li considerano – non sempre, ma in molti casi – delle linee “terminali”, sicuramente non prodotti strategici. Quali sono invece per i risicoltori. Così, quando il Ministero della Salute liberalizza l’utilizzo in via eccezionale, in risaia di brinda. E’ avvenuto per il triciclazolo (http://www.risoitaliano.eu/autorizzato-il-beam/) e per il quinclorac (http://www.risoitaliano.eu/autorizzato-il-quinclorac/) così come per l’autorizzazione in deroga per 120 giorni dei prodotti a base di pretilaclor e propanile, un via libera accordato con i Decreti Dirigenziali del 4 e del 5 marzo. L’utilizzo in deroga come previsto dall’art. 53 del Reg. (CE) 1107/2009 dei principi attivi (p.a.) ha lo scopo di rendere più agevole il controllo delle infestanti resistenti che continuano a diffondersi nella coltivazione risicola. Come ha spiegato recentemente sul Risicoltore Simone Silvestri dell’Ente Nazionale Risi, riferendosi a propanile e pretilaclor, «questi prodotti, grazie ai loro meccanismi d’azione (MoA) differenti rispetto agli altri prodotti di post-emergenza su riso, permettono di ottenere buoni risultati nel contenimento delle popolazioni di infestanti divenute resistenti. Il propanile, appartenente alla famiglia chimica delle ammidi è caratterizzato da un MoA classificato nel gruppo C2 dell’HRAC Herbicide Resistance Action Commitee, che agisce sulla fotosintesi specificatamente a livello del fotosistema II. Risulta, quindi, utile per il controllo di infestanti resistenti agli inibitori dell’enzima aceto-lattato sintetasi (ALS) in miscela con erbicidi ormonici o ormono simili. Le infestanti in cui esplica la sua maggiore efficacia sono Cyperus difformis, Schoenoplectus mucronatus, Bolboschoenos maritimus, Alisma plantago-aquatica, Alisma lanceolata, Ammannia spp., Bidens spp. ed altre infestanti monocotiledoni e dicotiledoni, nei primi stadi del loro sviluppo». Il propanile potrà essere impiegato dal 1° aprile al 29 luglio, rispettando le dosi in etichetta delle diverse formulazioni presenti sul mercato, in miscela con gli altri principi attivi che ne coadiuvano e completano l’azione quali MCPA, triclopyr, ecc. «Il trattamento può essere ripetuto con le stesse dosi e modalità a distanza di almeno 15 giorni dalla prima applicazione; possono essere effettuati un massimo di due interventi per ogni ciclo colturale. Il pretilachlor, oggetto di un incontro tecnico al Centro Ricerche sul Riso lo scorso 6 marzo, sarà utile per il controllo di alismatacee, ciperacee e giavoni. Questo p.a., appartenente alla famiglia chimica delle cloroacetammidi, fa parte del gruppo K3 della HRAC e agisce inibendo il processo di mitosi durante la divisione cellulare: è dotato di attività fogliare e residuale e viene rapidamente assorbito nelle prime fasi di germinazione attraverso l’ipocotile, il mesocotile e il coleoptile. Potrà essere impiegato, anch’esso tra il 1° aprile e il 29 luglio, sia in pre-semina alla dose di 2-2,5 L/ha su risaia sommersa circa un mese prima della semina, sia in post-emergenza su risaia asciutta alle prime foglie del riso alla dose di 2 l/ha in miscela con prodotti ALS inibitori, ACCasi e ormonici». Si ricorda che l’utilizzo di questi due prodotti è vietato nelle “aree classificate come siti della Rete ecologica europea Natura 2000 definite come SIC e ZPS, ai sensi della legge n. 157 del 1992 integrata dalla legge n.221 del 2002, nonché del D.P.R. 357/1997 modificato dal D.P.R. n. 120/2003”. Importante ricordare che l’acronimo SIC significa “Siti di Importanza Comunitaria” e identifica 2.314 aree per un totale di 4.377.275 ettari (pari a circa il 14,5% della superficie totale italiana), cui vanno aggiunti le superfici a mare (pari a circa l’1,55% della superficie totale). L’acronimo ZPS indica le “Zone di Protezione Speciale”, 610 siti di importanza comunitaria, di cui 335 sono di “tipo C”, e cioè contemporaneamente SIC e ZPS. L’impatto pratico di queste limitazioni è circoscritto, in quanto queste aree sono prevalentemente a uso non agricolo, ma la percentuale interessata è comunque considerevole pari al 19,26% della superficie italiana totale, fanno notare all’Ente Risi. (10.04.15)
CORDONE FITOSANITARIO UE
La Commissione ha presentato la sua proposta di revisione delle norme esistenti il 17 ottobre 2023, tenendo conto dell’esperienza.