Abbiamo partecipato al secondo webinar organizzato dall’Ente Risi, incentrato sul tema della concimazione in copertura e moderato dal dottor Marco Romani, che ha esordito così: «Per quanto riguarda i concimi minerali speciali applicabili in copertura, abbiamo due categorie: inibitori della nitrificazione (Entec ad esempio) e gli inibitori dell’ureasi, identificati dall’acronimo NDBT (relativo al principio attivo) sul saccone. Per evitare perdite – ha spiegato dopo aver illustrato il ciclo dell’azoto in risaia – gli inibitori della nitrificazione devono essere usati solo in condizioni di asciutta, quindi in pre-semina o in condizione di coltivazione in asciutta, basata sulle bagnature». Viceversa, gli inibitori dell’ureasi «possono essere utilizzati in condizioni di terreno asciutto ma anche su terreno fangoso, mentre perdono la loro efficacia in acqua. Riguardo alle modalità di applicazione del concime azotato in semina interrata, vi consiglio di non applicare azoto in pre-semina ma di concentrarvi nei giorni a ridosso della sommersione, fornendo il 70% del fabbisogno nelle varietà a taglia bassa e il 60 % in varietà più alte, come i risi da interno. L’intervento in questa fase di accestimento deve essere fatto su terreno asciutto, mentre alla differenziazione della pannocchia si può operare anche in condizioni di acqua ferma, in quanto l’assorbimento della pianta è molto più rapido e le perdite molto minori. In questa fase, è fondamentale avere un ottimo tempismo nella distribuzione, che deve avvenire tra l’inizio della fase riproduttiva (il riso si sfoglia dal culmo principale) e l’allungamento dell’internodo di 1 cm circa (si inizia a intravedere il primo millimetro di pannocchia), una finestra temporale di 7-10 giorni circa. Se concimato prima di questa fase, il riso stimola accestimenti che porteranno ad un indebolimento delle riserve energetiche. Parlando di fosforo, in accestimento si possono dare 20/30 kg/ha di P2O5, meglio sotto forma di biammonico o monoammonico, se non si è dato in pre-semina e se è carente nel suolo (valutando le analisi). Riguardo al potassio, sconsiglio di darlo in presemina ma suggerisco di utilizzare la formula 0% pre semina-60% accestimento-40% differenziazione della pannocchia e di utilizzare una dose totale di 60/70 kg/ha. Azoto e potassio hanno un sinergismo fisiologico, quindi scegliere di fornirli assieme porta benefici alla pianta, mentre competono per gli stessi siti di trattenimento nel terreno, per questo mai dare potassio da solo, poiché finirebbe per allontanare l’azoto presente, a meno che non si voglia far perdere volutamente l a vigoria della propria pianta. In semina in acqua è fondamentale, invece, la concimazione in pre-semina, che deve soddisfare il 30/40% del fabbisogno di azoto totale, seguita da un 30% in accestimento e un 30% alla differenziazione, da somministrare su terreno asciutto o con acqua ferma. Riguardo a fosforo e potassio valgono gli stessi consigli forniti per l’asciutta» ha concluso, passando la palla ai tecnici di zona. (LEGGI L’AVVISO E ASCOLTA L’AUDIO COMPLETO DEL WEBINAR)
Cosa fare con le semine in asciutta
Massimo Zini, tecnico della sezione di Pavia dell’Ente, ha fotografato così la situazione nella provincia di sua competenza: «Riguardo alle semine in asciutta, voglio fare una precisazione circa le semina di metà marzo/inizio aprile. Per queste colture il tempo che intercorre tra semina e differenziazione della pannocchia è molto lungo, per questo consiglio un terzo passaggio in prossimità del pieno accestimento, ai primi di giugno, tenendo chiaramente conto delle unità totali che vogliamo apportare». Gianluca Bertone, tecnico della sezione di Vercelli, ha detto invece che «per evitare perdite l’ideale è distribuire il concime sul terreno asciutto, io vorrei precisare secco. Distribuendo il concime su terreno umido/fangoso le possibilità di avere delle perdite sono massime, piuttosto consiglio, in regimi di sommersione, di distribuire il concime con acqua ferma, in questo modo si avranno meno perdite. Se si decide di distribuire su terreno secco bisogna poter sommergere molto velocemente successivamente. Parlando di condizioni particolari, in caso di violento acquazzone su terreno con semina interrata nel periodo utile alla concimazione, consiglio di attendere che la camera diventi secca se si tratta di tessitura sciolta e, viceversa, di effettuare la concimazione su acqua ferma in terreni pesanti. Altro caso, terreno seminato in acqua che deve essere concimato in un momento di carenza d’acqua, consiglio di sommergere lentamente e operare su acqua ferma, no su terreno secco perché la successiva sommersione sarebbe troppo lenta e causerebbe maggiori perdite».
Il nodo del fosforo
Umberto Rolla, tecnico della sezione di Novara, parlando del suo territorio, ha aggiunto: «Circa le carenze fosfatiche, notabili attraverso una crescita stentata ed uno scarso accestimento delle piante, si presentano maggiormente in terreni coltivati in asciutta, poiché il fosforo è meno mobile. In caso di carenze importanti di questo minerale il consiglio è apportare il 50% della dose desiderata in pre-semina e il 50%nel primo passaggio in copertura. Se nel nostro terreno, seminato in acqua, abbiamo problemi di alghe è molto importante apportare tutto il fosforo in copertura, poiché è un elemento che favorisce la formazione delle stesse. Una soluzione interessante per le semine interrate è la distribuzione localizzata alla semina, che permette di mettere un elemento poco mobile a ridosso delle radici, rendendolo molto disponibile. Parlando di azoto, nel novarese abbiamo terreni sciolti a ridosso dei fiumi Ticino e Sesia e pesanti nella fascia centrale della provincia, per i primi consiglio di effettuare 3 interventi in copertura, al fine di prevenire le possibili perdite, dando meno azoto in ogni passaggio ma più frequentemente». (OCCHIO AL BRUSONE)
Azoto in botticella?
Successivamente, Romani ha selezionato alcune domande arrivate in chat aggiungendo che «i concimi inibiti con resine esterne, che stiamo studiando nei nostri centri di ricerca, sono quelli che presentano l’inibizione più efficace. Essi si adattano maggiormente alla distribuzione in pre-semine, avendo dei rischi di galleggiamento nell’applicazione di copertura, perché impossibili da interrare in questa fase». Ma vale la pena utilizzare azoto in botticella? La risposta è di Zini: «Se siamo in ritardo con le fasi organizzative dell’azienda, piuttosto che non darlo, si può procedere, ma va considerato che, essendo in una fase avanzata della crescita della pianta, abbiamo limitato il nutrimento della pianta in alcune fasi fondamentali».
Concimi con doppio inibitore
E funzionano i concimi con doppio inibitore? Romani risponde di no e suggerisce che potrebbero essere utilizzati in alcune rare fasi della coltivazione in asciutta. Gianluca Bertone risponde ad una domanda relativa al biologico, dicendo: «Ritengo che la concimazione di un riso biologico coltivato in rotazione dopo una leguminosa, sia superflua e rischi di rendere la pianta molto suscettibile al brusone. Se si coltiva riso dopo riso la concimazione è fondamentale e consiglio di effettuarla con concimi organici a lenta cessione in pre-semina, ad esempio la cornunghia, e più pronti in copertura, come la pollina». Massimo Zini ha risposto anche ad una domanda sui risi lunghi B: ‹‹Queste varietà hanno un ciclo semina-fioritura molto lungo, quindi bisogna cercare di accompagnarle durante tutto il ciclo senza esagerare in fase di formazione della pannocchia, poiché essendo varietà molto sensibili possono sviluppare facilmente sterilità». Ha chiuso il confronto Umberto Rolla, che, alla domanda “è possibile utilizzare del perfosfato semplice (meno costoso del biammonico)?” ha replicato: «Se abbiamo gravi carenze è preferibili il fosfato biammonico, perché il fosforo è più solubile e, quindi più disponibile. Se abbiamo una situazione meno grave, in cui si concima per mantenere la dotazione del terreno, il perfosfato semplice va più che bene». Autore: Ezio Bosso